Possono accedere alla Legge 104 richiedendo il congedo e i permessi anche i parenti non stretti che si trovano in queste situazioni

legge 104

Il nostro ordinamento riconosce benefici economici ad alcune situazioni meritevoli di particolare tutela. Può trattarsi semplicemente dell’incentivo all’acquisto di servizi ritenuti utili per il cittadino o per la collettività, come nel caso di queste due spese detraibili per 100 euro all’anno. Oppure può trattarsi della possibilità di ottenere condizioni agevolate ai destinatari della Legge 104/1992. In alcuni casi questi benefici sono estesi ai parenti che si prendono cura dei destinatari della norma.

Un esempio è rappresentato dall’acquisto delle auto. Infatti, la legge prevede una detrazione del 19% sul prezzo dell’acquisto, così come una riduzione dell’IVA applicata. Inoltre, i destinatari della 104 hanno diritto non solo all’esenzione dal bollo auto, ma anche da quest’altra imposta.

Oggi però ci occupiamo di un aspetto ulteriore e che è stato definito da una sentenza di un tribunale. Infatti, possono accedere alla Legge 104, richiedendo il congedo, anche queste categorie di persone che non rientrano nella lista dei parenti stretti. Ma andiamo per ordine.

La decisione

La sentenza risale al 5 giugno 2020 ed è stata decisa dal Tribunale civile di Palermo, dalla sezione lavoro. In estrema sintesi, una professoressa aveva chiesto di poter accedere alla procedura di mobilità privilegiata prevista dalla Legge 104. Alla base della richiesta di spostamento presso una sede più comoda, c’era la necessità di assistere la suocera, disabile in forma grave secondo l’art.3 della stessa legge.

Il testo letterale della norma, però, non fa rientrare i suoceri nella categoria di “parenti o congiunti diretti”, su cui sorge il diritto assoluto di precedenza. Nonostante questo, lo spirito della norma, unita al valore dell’art.32 della Costituzione (principio di tutela della salute non solo come diritto dell’individuo ma anche interesse della collettività), hanno portato i giudici ad accogliere il ricorso.

Infatti, i giudici hanno considerato la situazione della ricorrente nella sua concretezza. I giudici hanno riconosciuto l’oggettiva unicità dell’aiuto fornito dalla ricorrente. Infatti, il coniuge della suocera della professoressa ricorrente era troppo anziano per prendersi cura in maniera efficace della moglie. Inoltre, il figlio della signora disabile lavorava fuori dal Comune. Non poteva così concretamente occuparsi della madre.

Possono accedere alla Legge 104 richiedendo il congedo e i permessi anche i parenti non stretti che si trovano in queste situazioni

La sentenza citata dichiara così il diritto di prevalenza nella scelta della sede nelle procedure di mobilità anche per parenti non stretti, fatte però salve le ipotesi di precedenze che abbiano fondamento nella stessa logica di assistenza alla disabilità.

La ricorrente si è così visto riconosciuto il diritto a scegliere la sede di destinazione nella procedura di mobilità. Per molti docenti, dunque, potrebbero aprirsi possibilità prima non considerate.

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