Possedere vecchi buoni fruttiferi postali è una fortuna

poste italiane

L’Arbitro Bancario Finanziario più volte è intervenuto sui buoni fruttiferi postali. Purtroppo, i risparmiatori per farsi riconoscere quanto dovuto devono a volte andare per vie legali. Molti risparmiatori, con il tempo, si stanno rendendo conto che possedere vecchi buoni fruttiferi postali è una fortuna. Questa volta il caso rimbalza da Cuneo.

In passato, abbiamo già raccontato di vicende simili. Il caso recente, invece, riguarda 4 risparmiatori in possesso per eredità di 5 buoni fruttiferi postali della serie Q/P emessi nel 1990. Il collegio di Torino dell’Arbitro Bancario Finanziario ha emesso un provvedimento, facendo la gioia di quattro cittadini della provincia di Cuneo. In effetti Poste Italiane non ha riconosciuto gli interessi riportati dietro ai buoni fruttiferi postali bensì quelli comunicati al risparmiatore.

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Quanti equivoci

Purtroppo in quel periodo ci sono stati numerosi casi equivoci. Spieghiamo il motivo. Nel 1986 un Decreto Ministeriale ha dato l’opportunità agli uffici postali di inserire sui vecchi titoli un timbro sia sul fronte che sul retro.

Di conseguenza con l’applicazione di questo timbro si comunicava la nuova serie ed i nuovi tassi di interesse. Ritornando al caso in questione, su questi buoni fruttiferi postali non c’era alcun timbro che riportasse i rendimenti applicabili dal 21° al 30° anno.

Il Collegio di Torino ha affermato la prevalenza di quanto riportato dietro al titolo. In effetti, sui 4 buoni fruttiferi postali non c’era nessun riferimento ai rendimenti dal ventunesimo al trentesimo anno. Poste Italiane, a quell’epoca, aveva apposto un timbro con interessi dovuti soltanto per i primi vent’anni. Di conseguenza nulla per gli interessi da corrispondersi nei successivi dieci anni.

La soluzione

Poste Italiane ha dovuto prendere atto dell’errore. I risparmiatori hanno ottenuto gli interessi anche per i 10 anni successivi facendo una vera fortuna. I quattro possessori dei 4 buoni fruttiferi postali incasseranno oltre 100 mila euro in più rispetto all’importo decretato dall’intermediario.

Per questo motivo meglio guardare con attenzione il buono fruttifero postale posseduto. I risparmiatori dopo 30 anni dalla sottoscrizione hanno la possibilità di farli fruttare. Possedere vecchi buoni fruttiferi postali è una fortuna ma l’importante e non far trascorrere oltre dieci anni.

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