Politica italiana: ultimi sviluppi in Europa

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Politica italiana: ultimi sviluppi in Europa

L’Italia è stata al centro dell’attenzione nella prima parte della settimana con la questione politica. Il governo Conte ha infatti inviato la risposta che l’Unione Europea aveva chiesto sulla manovra di bilancio per il 2019. Una risposta rivelatasi null’altro che una conferma di quanto già scritto, con la sola differenza di una implementazione dei processi di privatizzazione dai quali ci si dovrebbero attendere circa 18 miliardi di euro di entrate extra; stando a quanto stabilito dall’esecutivo italiano, questa cifra servirà per diminuire il debito pubblico, oggi al 131% del Pil e, quindi, ottemperare ai doveri imposti a Roma sulle politiche di bilancio.  Una cifra che, stando a quanto dichiarato dai rappresentanti di Olanda ed Austria, sarebbe assolutamente irraggiungibile.

Politica italiana:  il parere di Olanda e Austria

Il parere dei due paesi si va ad affiancare all’opinione che, in generale, hanno gli altri membri dell’Ue e che, cioè, la struttura dell’idea di base della legge stessa sarebbe troppo sbilanciata verso misure di carattere assistenzialistico e troppo limitata sul fronte degli investimenti. Non solo, ma la base di partenza e cioè le proiezioni di crescita del Pil fissate all’1,5%, sarebbero di per sé utopiche vista la stasi dell’economia nazionale, stasi confermata anche dalle ultime cifre dell’Istat sul prodotto interno lordo del terzo trimestre. I numeri per il 2018 rilasciati a fine ottobre dall’Istituto di statistica confermano un Pil invariato rispetto al trimestre precedente mentre il tasso di crescita sullo stesso periodo del 2017 è stato fotografato in rallentamento dello 0,8%. Come confermato dall’istituto, infatti, si tratta di una fase di rallentamento all’interno di una dinamica espansiva che era stata individuata negli ultimi tre anni e mezzo.

Politica italiana: la Commissione europea

Ad ogni modo è stato sufficiente questo per portare la Commissione europea ad avvalersi di tesi molto più concrete per poter avvertire l’Italia del pericolo di avvio di una procedura di infrazione del deficit (il governo italiano non ha voluto di fatto modificare il 2,4% fissato dall’inizio), iter che sarà avviato già mercoledì  prossimo (21 novembre) e che costituirà una mossa senza precedenti nella storia dell’Eurozona. Infatti nel club euro la regola fissata pone il massimo del rapporto debito/Pil al 60% e, in caso contrario, la nazione “incriminata” deve presentare politiche e piani concreti il cui scopo sarebbe quello di limare nel tempo il carico in eccesso.

Politica italiana: L’Eurogruppo

Adesso l’attenzione si sposta a lunedì prossimo ovvero quando sarà convocato l’Eurogruppo e in cui saranno affrontate anche alcune proposte di riforma della zona euro. Tra queste anche quelle presentate congiuntamente da Francia a e Germania per un nuovo budget; in sintesi, stando a quanto da loro proposto, il cofinanziamento delle spesa pubblica su investimenti, ricerca e sviluppo saranno elargiti solo alle nazioni che promuovono politiche in sintonia con le leggi comuni. Il che, vista la posizione dell’Italia, taglierebbe di fatto fuori proprio Roma.  taglierebbe fuori l’Italia.

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