Politica, Economia e Finanza a tutto campo Intervista a Dott.Gian Piero Turletti

ProiezionidiBorsa

Il Dott.Gian Piero Turletti fa parte dello Staff di Proiezionidiborsa Libreria di Borsa online

Iniziamo da uno dei più scottanti temi del momento, la crisi cipriota.

Che ne pensa?

Possibile un coinvolgimento di altri paesi in analoghi provvedimenti?

 

A differenza di alcuni analisti, ritengo che Cipro rappresenti un caso a sé, non assimilabile alla situazione politica, internazionale e finanziaria di altri paesi, in particolare quelli aderenti all’eurozona.

Praticamente una sorta di paradiso fiscale, dominato da un sistema bancario sul quale, per usare un eufemismo, non vige certo troppa trasparenza.

Vista anche la posizione strategica di Cipro, l’UE ha deciso di intervenire a favore del sistema creditizio locale, ma domandando, a garanzia, i noti provvedimenti sui prelievi bancari.

 

Lei dice che nota significativa differenze tra la situazione cipriota e quella di altri paesi, ma in particolare, a cosa si riferisce?

 

Mi riferisco, in particolare, ai rapporti economici internazionali, ed alla diversa situazione economica interna.

Il vero problema di Cipro sta nella particolare esposizione verso il sistema finanziario greco, e di qui sono derivate, principalmente, talune difficoltà del sistema creditizio cipriota.

Situazione che, quindi, non riguarda il tema della sostenibilità del debito pubblico.

L’aspetto più scottante riguarda l’ipotesi, a mio avviso infondata, di un’estensione di analoghe misure in altri paesi.

Intanto, occorre rilevare che la situazione di altri paesi non è assimilabile a quella cipriota, ed inoltre, se provvedimenti di analoga misura già sono stati presi, ad esempio, anche in Italia, certo non potrebbero essere presi nella stessa misura, in quanto questo determinerebbe effetti opposti agli obiettivi dei provvedimenti stessi.

 

A cosa si riferisce?

 

Al fatto, ad esempio, che già in passato il governo Amato dispose un prelievo sui conti correnti bancari, o al fatto che l’ultimo governo Berlusconi dispose un’imposta di bollo calcolata sul controvalore dei titoli depositati.

Se si decidesse di arrivare a misure percentuali preoccupanti per i risparmiatori, analoghe a quelle di Cipro, anche se decisamente inferiori, le lascio immaginare le conseguenze.

 

Può indicarle lei?

 

Certo, i mercati, come già hanno dimostrato nella seconda metà della seduta borsistica di ieri, reagirebbero in modo quanto mai negativo, e ci sarebbero sempre più difficoltà nel finanziarie il debito pubblico.

Se, infatti, si colpissero le disponibilità finanziarie presenti sui conti correnti o relativi a conti deposito presso il sistema creditizio italiano, ad esempio, sarebbe ovvio pensare che straordinari provvedimenti possare essere presi anche per la ristrutturazione del debito pubblico, da cui una probabile fuga generalizzata da questo tipo di investimento, con un’ovvia impennata dello spread.

In pratica, quanto entrerebbe dalla porta, rischierebbe di uscire, moltiplicato, dalla finestra, e si genererebbe, in pratica, una crisi maggiore di quella che si voleva risolvere con siffatte misure.

Provvedimenti che suonerebbero, quindi, come un sostanziale campanello d’allarme e che, lungi dall’essere risolutive, anzi aggraverebbero solo i problemi.

 

Ma non cè solo Cipro a tenere campo, sui media finanziari e non.

Cosa pensa della particolare situazione relativa alle minacce nodrcoreane?

 

La guerra fredda non è finita in tutto il mondo.

In particolare, la situazione coreana vede contrapposti due stati, la Corea del nord, comunista, e quella del sud, filo occidentale, con periodi in cui la propaganda nordcoreana fa salire i toni della dialettica internazionale.

Sicuramente, la Corea del nord possiede armamenti atomici dislocati su vettori a corto e medio/lungo raggio, cosiddetti tattici e  strategici ma, al contempo, è consapevole che un attacco o tentativo di attacco verso gli USA o verso suoi alleati, sarebbe foriera di una devastante reazione, che potrebbe essere portata a compimento anche nel caso di attacco a basi terrestri statunitensi che distruggessero gli arsenali USA ivi stanziati.

Non dobbiamo infatti dimenticare che, anche dopo il venir meno della SEATO, alleanza militare analoga alla NATO, a tutela dei paesi del sud est asiatico da minacce militari, gli USA hanno comunque continuato a mantenere un deterrente nucleare dislocato anche su basi mobili, aerei, navi e sottomarini, in grado di portare testate atomiche sul territorio nemico, a prescindere da basi sulla terraferma, anche in quest’area del globo.

Non è un caso che tale deterrente abbia sinora impedito il deflagrare di un conflitto atomico in quell’area, proprio perché il paese attaccante sa benissimo di non poter escludere il colpo di ritorno atomico, da parte dell’attaccato.

La dirigenza politico-militare comunista della Corea del nord ne è peraltro ben consapevole, e non è un caso che anche la reazione odierna (martedì 26 marzo) dei mercati non risulta preda di isterismi collegati a tale vicenda.

Decisamente più significative le reazioni alla situazione cipriota.

 

Ma venendo all’Italia, quale scenario si va delinendo?

 

Sicuramente tiene campo l’informazione relativa alla riuscita o meno di Bersani di fare un nuovo governo, anche per il risvolti economici connessi.

Le parti sociali hanno evidenziato l’urgenza di far fronte ad una situazione per molti versi non più sostenibile.

 

E secondo lei, ce la farà?

Se non ho mal interpretato le parole di Napolitano, quale garante della costituzione, il presidente della Repubblica non si accontenterebbe di un governo che non abbia una chiara maggioranza numerica e precostituita in parlamento.

Mi pare quindi che l’unica alternativa, per Bersani, sia quella di un governo delle larghe intese, con una maggioranza analoga a quella che sosteneva Monti, se vuol evitare di rimettere il mandato.

Certo, questo quadro potrebbe mutare nelle ultime ore, soprattutto a fronte di improvvisi appoggi da parte del fronte grillino o leghista, ma credo che difficilmente tali ipotesi si verificheranno, anche se la politica ci ha spesso abituati a grosse sorprese.

 

Ma quali provvedimenti dovrebbe adottare un governo, per far fronte alla situazione economica?

 

Inutile prendersi in giro, come da tempo sostengo su questo tema.

I tradizionali strumenti economici, incentrati sulla politica fiscale e di bilancio,

non possono far fronte ad una situazione caratterizzata da crisi economica e recessione, perché nel momento in cui si concede qualcosa alla crescita, rischia di franare la sostenibilità del debito pubblico.

Insomma ci troviamo realmente in presenza di una coperta troppo corta.

 

E quindi?

E quindi, a mio avviso, bisogna ritornare ad una revisione dei trattati europei, che consentano una nuova politica monetaria, peraltro completamente scollegata dalla creazione di nuovo debito pubblico.

Questa, condotta con le dovute attenzioni, consentirebbe sia di realizzare un tasso programmato di inflazione, ma anche di trovare, da parte degli stati nazionali, le risorse necessarie, integrative  per sviluppo e sostenibilità dei conti pubblici.

 

Si, però taluni paventano il rischio di situazioni analoghe a Weimar o alle repubbliche sudamericane. Cosa ne pensa?

 

A tale riguardo, amo dire che tutti gli strumenti di politica economica sono analoghi a dei farmaci.

Usati nella giusta misura, aiutano o risolvono, diversamente, o la dose è eccessiva, oppure è troppo limitata o assente del tutto.

Anche un’aspirina può far male, ma talora è essenziale, ad esempio per prevenire un infarto.

Sul blog di proiezionidiborsa.com lei ha dedicato diverse analisi tecniche al lungo termine.

In cosa differiscono le previsioni di breve da quelle a medio/lungo?

 

Principalmente, in relazione a due diversi elementi, di cui uno domina il breve e l’altro il medio/lungo.

Come dimostrano alcuni strumenti di analisi statistica dei trend, tra cui la regressione lineare e non, ed il coefficiente R quadro, nel breve termine non esiste più di tanto un trend, ma è piuttosto il fattore volatilità a caratterizzare i mercati, mentre il medio e lungo termine sono invece caratterizzati da una predominanza del trend.

Anche per questo motivo, spesso è più facile centrare obiettivi di medio e lungo che non obiettivi di breve o brevissimo termine.

 

E lei di quali tecniche fa uso?

Ovviamente di tecniche proprietarie di proiezionidiborsa, cui unisco analisi grafiche basate sul concetto di spazio-tempo, analogamente a certe metodiche di Gann.

 

Con quali differenze?

 

Gann usava soprattutto angoli di predeterminata angolazione, che però non toccano gli stessi livelli di prezzo e tempo, su grafici costruiti diversamente.

Personalmente, preferisco lasciare, come dire, che il trend determini autonomamente i livelli supportivi e resistenziali da monitorare, e proietto certi cicli ripetitivi sui mercati, rilevando coincidenze spazio/temporali. Così elaboro proiezioni di prezzo/tempo, sempre tuttavia mai dimenticando il principio cardine di ogni proiezione: monitorare il trend in corso, e ritenere valida una proiezione, solo se non interviene un segnale d’inversione.

 

Venendo all’indice di casa nostra, può aggiornare la sua analisi sull’indice FTSE MIB?

Certamente: in tal senso, parlerei di una struttura dell’attuale trend sul FTSE MIB a piani.

Siamo in un trend discendente, intervallato da correzioni laterali, che sinora hanno dimostrato natura distributiva.

Una serie di piani orizzontali, da ognuno dei quali poi l’indice scende a quello successivo.

In un mio post di due settimane fa, sottolineavo soprattutto i due seguenti livelli: resistenza a 16200 e supporto a 15830, ed indicavo l’importanza di conferme per la loro rottura.

Da allora nessun prezzo di chiusura daily ha superato il livello resistenziale, mentre il supporto è stato perforato.

Questo determina quanto meno due importanti conseguenze:

la prima è la ridefinizione del canale ribassista in essere, la cui retta resistenziale, tracciata dal massimo del 30 gennaio, definiva un primo canale ribassista, congiungendo tale massimo a quello del 25 febbraio, mentre ora il massimo di fine gennaio congiunge una trend line ribassista sino al recente massimo del 25 marzo.

Ne consegue un allargamento del trend ribassista, a segnalare la prosecuzione del medesimo.

Altra conseguenza è la rottura del canale rialzista, costruito dal minimo del 4 marzo.

Ulteriori discese al di sotto della trend line supportiva congiungente detto minimo con quello del 18 marzo, confermerebbero quindi la prosecuzione del ribasso in atto da gennaio, con probabile obiettivo, prima il bordo inferiore di un canale di medio termine, costruito dal minimo di luglio 2012, parallelo alla resistenza intersecante i massimi di settembre 2012 e gennaio 2013, ed ex supporto sui minimi di settembre e novembre 2012 e gennaio 2012.

Tale obiettivo dovrebbe essere raggiunto entro i primi giorni di maggio e l’obiettivo di prezzo dovrebbe essere ricompreso tra 14600 e 15000 punti.

La mancata tenuta di quest’area supportiva, ed il mancato superamento del canale ribassista in essere, proietterebbe invece i corsi verso il bordo inferiore del canale di lungo, sempre tracciato dal minimo di luglio 2012, ma parallelo alla resistenza intersecante i massimi di ottobre 2011, marzo 2012 e gennaio 2013. In tal caso, come già precisato in precedenti interventi, l’obiettivo si porrebbe, in termini di prezzo, in area 13.000, mentre la proiezione di tempo indica il probabile raggiungimento di tale area per/entro fine maggio.

L’attuale scenario ribassista potrebbe essere ribaltato solo da confermate rotture della trend line del canale ribassista in corso, dianzi descritto.

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