Politica e futuro: quali attese?

politica

Oggi mi occupo di due situazioni, che potrebbero avere come filo rosso conduttore una questione politica, in entrambi i casi.

Ieri abbiamo visto cosa è successo in Argentina, e come puntualmente si sia verificato quanto previsto a suo tempo.

A cura di Gian Piero Turletti, autore di “Magic Box” e “PLT

Approfondimento

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Il mio articolo finiva, tuttavia, con l’indicazione del raggiungimento di un target di prezzo bottom, basato su talune tecniche, tra cui Magic Box, e mi attendevo quindi una reazione del mercato.

Merval e questione politica argentina

Anche questa è intervenuta, con un rialzo del 10 per cento sul Merval, comunque certo non sufficiente a recuperare il circa 40 per cento di ribasso della precedente seduta.

Ma la situazione è, ripeto, caotica, con previsioni anche di default, quindi ovviamente è un indice, il Merval,   da considerare al massimo per operazioni altamente speculative e rischiose,

Catalizzatore di questa dinamica un fattore politico, l’esito delle primarie, e quindi un fil rouge che, sotto questo punto di vista, lega la situazione argentina (per fortuna solo sotto questo punto di vista), a quella italiana.

E la reazione dei mercati è, infatti, profondamente diversa.

Curva dei rendimenti italiana

Nel momento in cui scrivo la curva dei rendimenti italiana (termometro molto attendibile sulle proiezioni economiche ed i conti pubblici), pare in fase di rientro da quelle tensioni iniziali.

Anche la leggera traslazione dei rendimenti verso l’alto, pare attualmente in fase di rientro.

Qualcuno osserva che il Ftse Mib è ribassista, ma occorre considerare che il massimo di periodo è stato segnato a luglio, quindi prima della crisi politica.

Segno che doveva comunque scendere per sua dinamiche, e non come espressione di fattori politici.

Anche lo spread btp – bund su scadenza decennale, cui molti guardano come termometro di tensioni finanziarie, è in fase di ribasso da alcuni giorni.

Chiarite quindi alcune dinamiche finanziarie, nel momento in cui scrivo, cerchiamo di comprendere gli ultimi avvenimenti politici italiani ed i loro possibili esiti.

Ieri la fissazione delle data da parte del parlamento ha visto sconfitto il centro destra.

Conte si presenterà per le sue dichiarazioni a partire dal 20 agosto, e solo dopo interverranno voti sulla mozione di sfiducia.

Politica italiana

Peraltro ieri Salvini si è detto disposto all’approvazione della legge costituzionale sulla riduzione dei seggi parlamentari.

Tale apertura ha posto qualche interrogativo costituzionale.

Nel senso che, viste alcune tempistiche definite dalla legge di riforma, la riduzione si applicherebbe solo tra due legislature, non dalla prossima, a meno che non si vada a votare.

Di qui l’affermazione di Di Maio che l’approvazione della legge implicherebbe il ritiro della mozione di sfiducia.

Su tale delicata questione giuridica non tutte le interpretazioni convergono, ma non sarebbe un punto fondamentale.

Se è presente una crisi politica, ovviamente la legge può ancora essere approvata e poi gli effetti interverranno secondo quando previsto dalla legge, in questa o in un’altra legislatura ancora, successiva a quella eventualmente conseguente alle elezioni.

In ogni caso, il risparmio stimato sarebbe attorno ai 50 milioni, quindi assolutamente nulla di risolutivo per i conti pubblici.

Ben più rilevante la maggioranza che ieri ha espresso il voto sulle prossime scadenze dell’aula.

Secondo taluni, una prova di larga maggioranza, che potrebbe sostenere un esecutivo alternativo a quello formato da lega più eventuali altri partiti del centro destra, dopo nuove elezioni.

Ma a mio modesto avviso, questa ipotesi corre un po’ troppo con la fantasia.

Verso quale maggioranza?

Ci sono stati in questi ultimi giorni contatti per arrivare ad una ipotesi di governo istituzionale sorretto da tutte le forze che, come si dice in gergo, ci stanno.

Anche tra Zingaretti e D’Alema.

Nel corso di un pranzo presso la tenuta vitivinicola dell’ex premier, in Umbria, pare che quest’ultimo abbia cercato di spingere l’attuale segretario PD verso una soluzione di questo tipo.

Ora caldeggiata in primis anche da Renzi, che pure a suo tempo si dichiarò contrario ad ogni ipotesi di maggioranza con i pentastellati.

Nel PD si rischia una spaccatura, e Renzi sta già organizzando i circoli di una sua componente, Azione civica, che potrebbe divenire un nuovo partito in caso di rottura interna.

A questo punto, molti si concentrano su Renzi, sul PD, e poco altro, ma a mio avviso perdendo di vista una questione fondamentale.

Occorrono anche i pentastellati in questa eventuale maggioranza.

Renzi e  elezioni

E, almeno nel momento in cui scrivo, l’attuale capo politico dei pentastellati, che continua ad essere Di Maio, ha detto no a maggioranze di questo tipo.

Che dovrebbero essere, se confermate, per nuove elezioni.

Certo, in politica tutto è sempre possibile, mai dire mai.

Ma al momento, l’esito elettorale mi pare il più probabile.

Staremo a vedere cosa ne pensano i mercati, e quali altre novità ci riserverà la cronaca politica dei prossimi giorni.

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