Pochi sanno che sull’assegno post datato si pagano tasse e sanzioni perché è illegittimo

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Capita che un cliente chieda al proprio fornitore abituale di accettare un assegno post datato. Quell’assegno non potrà essere incassato fino alla data indicata, ma alla fine il fornitore cede e lo prende. Il suddetto fornitore, magari, pensa solo che riceverà i suoi soldi un po’ in ritardo, ma invece, come pochi sanno, sull’assegno post datato si pagano tasse e sanzioni, perché è illegittimo.

Quindi, quando finalmente quel soggetto potrà andare in banca a versare quell’assegno, rischierà di perdere parte di quel denaro in tasse o multe che dir si voglia.

Perché l’assegno post datato non è regolare

L’assegno non deve essere post datato, ma deve indicare la data in cui è stato emesso.
È, infatti, un metodo di pagamento, ma sempre di pagamento effettivo deve trattarsi. Se quell’acquisto avvenisse con uso di contanti, il pagamento sarebbe immediato con lo scambio dei soldi.

L’assegno è solo un altro modo di scambiare denaro, ma l’immediatezza del pagamento deve esistere anche in questo caso. Mettere una data successiva significa tenere fermo il passaggio di quei soldi fino a quella data. In pratica il pagamento non è immediato.

Perché sull’assegno post datato si paga una tassa

Quando sull’assegno si indica una data successiva, in pratica si usa l’assegno come se fosse una cambiale. Quest’ultima, infatti, non viene pagata subito, ma verrà pagata alla scadenza indicata. L’assegno post datato diventa uguale a una cambiale perché può essere incassato solo dopo la data indicata. Sulla cambiale, però, è prevista una tassa pari al 1,2% del valore. Sull’assegno normalmente non sono previste imposte.

Le sanzioni sull’assegno post datato

Ecco quindi perché, come pochi sanno, sull’assegno post datato si pagano tasse e sanzioni in quanto illegittimo. La prima sanzione è l’imposta di bollo pari al 2,4% dell’importo dell’assegno stesso. C’è, inoltre, la sanzione amministrativa del 12 per mille sempre dell’importo dell’assegno.

La segnalazione all’Agenzia delle Entrate parte direttamente dalla banca dove, chi ne è in possesso, porta l’assegno per l’incasso. Non si sfugge quindi a queste sanzioni se non si aspetta la data di scadenza indicata ed accettata tra le parti.

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