Pochi lo sanno, ma per non fare figuracce a tavola gli ospiti dovrebbero evitare questo comunissimo errore

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Ormai, solo una decina di giorni ci separano dal tanto atteso Natale ed è dunque tempo di bilanci.

I regali sono stati tutti acquistati, o quasi, l’albero e le decorazioni sono sistemate e molti hanno già almeno una vaga idea del menu da realizzare. Per renderlo originale, non sono mancati gli spunti: dal tronchetto di Natale salato, alle lasagne lenticchie e porri, passando per la casetta di savoiardi.

Tuttavia, non saranno solo le ghiottonerie che avremo preparato a deliziare gli ospiti, ma anche la mise en place.

La magia e il calore dell’atmosfera natalizia dovrebbero trasudare da ogni centimetro della tovaglia: dai colori ai segnaposti, passando per il centrotavola.

Vista l’importante occasione, la buona padrona di casa fa appello al Galateo e cerca di apparecchiare la tavola in modo impeccabile.

Attenzione però, perché nel campo delle buone maniere non è l’unica che rischia di commettere errori grossolani.

Complici inaspettate e insolite disattenzioni, i commensali potrebbero mal giudicare, inconsapevolmente, il cibo assaggiato, rattristando l’attenta cuoca.

Infatti, pochi lo sanno, ma per non fare figuracce a tavola gli ospiti dovrebbero evitare questo comunissimo errore, che potrebbe risultare offensivo. Vediamo di cosa si tratta.

Comunicazione non verbale: i messaggi nascosti nella disposizione delle posate

Ebbene sì, a tavola non si comunica solo attraverso il cibo o le parole. Il modo di posizionare forchetta e coltello a pietanza ultimata esprimerebbe, infatti, gradimento o disappunto riferito al piatto.

Si tratta di una forma di comunicazione non verbale poco conosciuta, ma che rientra a pieno titolo tra i capi saldi del bon ton.

Pochi lo sanno, ma per non fare figuracce a tavola gli ospiti dovrebbero evitare questo comunissimo errore

Se la portata ha soddisfatto le aspettative del nostro palato, possiamo far trasparire il messaggio posizionando le posate in orizzontale sulla parte centrale del piatto.

Non dimentichiamo, però, di accompagnare a questo raffinato gesto anche una buona dose di complimenti per chi ha realizzato la portata.

Quante volte ci è capitato di porre le posate nel piatto superficialmente, quasi alla rinfusa? Ebbene, attenzione perché se le punte rimangono incrociate, la padrona di casa esperta di buone maniere potrebbe rimanerci molto male.

Si tratta infatti di un modo implicito per esprimere dissenso rispetto a ciò che si è appena gustato.

E il cucchiaio?

Finora abbiamo parlato solo di forchetta e coltello, ma il commensale educato è preparato anche sul corretto uso del cucchiaio.

Innanzitutto, non dobbiamo prenderlo con tutta la mano, ma solo con tre dita e non dobbiamo mai riempito troppo.

È poi bene ricordare che dobbiamo sempre raccogliere la zuppa con un movimento che va dal bordo del piatto verso l’interno.

A minestra ultimata, se notiamo un piattino accanto a quello principale, non ignoriamolo: è lì che andrà posato il cucchiaio.

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