PIL USA in equilibrio, bene per la FED, meno per Wall Street

PIL USA

L’attesissimo dato del PIL trimestrale degli USA al dunque non ha creato sconquassi: assolutamente in linea con le attese con piena soddisfazione immaginiamo della FED che vede premiato il proprio atteggiamento preventivo.

Allo stesso tempo un +2% non reclama chissà quali altri tagli dei tassi di interesse che metterebbero in difficoltà il board della FED.

Powell infatti non avrà certo la maggioranza assoluta nel caso decida per gli altri due tagli da 0.25% che paiono comunque programmati.

Le Borse non si fidano

E infatti la reazione neutro negativa di Wall Street dimostra che in questo momento gli operatori non si fidano né del PIL troppo lontano dai +4% di mesi fa ma nemmeno fanno conto su una FED particolarmente morbida sui tassi.

Risultato: questo su e giù anche denso di volatilità per lo più cedente che già avevamo ipotizzato.

Ma vediamo i dati di giornata negli USA.

Tabella principali dati macroeconomici USA di giornata

    Richieste di disoccupazione continua 1.650K 1.665K 1.665K
    Profitti delle Società (Trimestrale) (2° trim.) 3,7% -3,1%
    PIL (Trimestrale) (2° trim.) 2,0% 2,00% 2,0%
    Indice dei prezzi PIL (Trimestrale) (2° trim.) 2,6% 2,4% 0,6%
    PIL, vendite (2° trim.) 3,0% 3,1% 3,0%
    Bilancia Commerciale di Beni (Ago) -72,83B -77,33B -72,46B
    Richieste iniziali di sussidi di disoccupazione 213K 212K 210K

PIL dunque a +2% in linea sia col consensus che col dato precedente.

Classico numero che si presta all’interpretazione bifronte: bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto (alla Trump) dipende dai punti di vista.

Oggi per smuovere le Borse probabilmente serviva o un “datone” o un “dataccio”.

Il primo avrebbe portato un po’ di euforia, il secondo avrebbe convinto gli operatori a credere di più a una FED generosa.

Entrambe ipotesi favorevoli ai mercati, entrambe mancate…

Tiene l’occupazione

Ancora una volta i dati settimanali dell’occupazione mostrano i muscoli restando nei pressi dei massimi storici.

Uno sopra e uno sotto le attese ma comunque su valori assoluti di eccellenza.

Piuttosto danno un segnale di risveglio i prezzi e anche questo probabilmente non è piaciuto sui desk di Borsa.

Ciò visto che prezzi in ripresa sono un invito alla FED a non mettere in giro troppa moneta.

Esattamente l’opposto di quello che a Wall Street auspicano da tempo.

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