PIL USA& ciclo virtuoso

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PIL USA& ciclo virtuoso

Approfondimento Il panico a Wall Street potrebbe essere all’inizio

Meglio di così Trump e gli americani non potrebbero chiedere ai dati macro-economici pubblicati oggi:

    PIL (Trimestrale) (3° trim.)   3,5% 3,3% 4,2%
    Indice dei prezzi PIL (Trimestrale) (3° trim.)   1,4% 2,1% 3,3%
    Spesa per consumi reali (3° trim.) 4,0%   3,8%

 

PIL a +3.5% sopra le attese (anche se per la verità inferiore al precedente resta comunque dati eccellente) versus 3.3% atteso e Indice dei prezzi PIL inferiore alle attese segnalano crescita corposa senza rischi di inflazione incombente.

Il mix ideale!

Magari a chi è posizionato LONG sul dollaro l’indice dei prezzi debole potrebbe dare nel brevissimo qualche problema, viceversa le borse che già si erano staccate dai profondi minimi di stamattina paiono avere gradito uno dei pochi dati in grado ancora di incidere nell’immediato ma anche nel prosieguo sull’umore e l’impostazione operativa delle grandi sale di gestione.

Nulla è ancora risolto sia chiaro, il DAX  futures è ancora inside alla “candelona” di mercoledì ma comunque meglio un PIL forte che aggiungere altri problemi con dati economici critici, specie americani…

Per molte nazioni ben più piccole anche solo avvicinare un dato percentuale di crescita del genere sarebbe un successo. La realtà invece è che la maggior parte dei paesi sviluppati sono distanti di oltre un punto percentuale dalla crescita del PIL USA.

Sviscerando le componenti del PIL pubblicato scopriamo che il merito bel risultato  è da attribuire principalmente alla forte spesa dei consumatori che ha favorito la crescita economica nel terzo trimestre, contribuendo a compensare gli investimenti aziendali rivelatisi più deboli del trimestre precedente e il calo delle esportazioni statunitensi.

Guardandola in prospettiva questo scandaglio ci dice che siamo in una fase matura del ciclo favorevole e che rallentando gli investimenti a breve potremmo trovarci ad analizzare dati in rallentamento.

Del PIL e non solo…

Se infatti alla normale dinamica ciclica delle azienda aggiungiamo l’aggravante del calo delle esportazioni è evidente che a breve i conti potrebbe imbruttirsi.
Sulle esportazioni ha inciso certamente la politica dei dazi doganali che ha fatto scattare ritorsioni similari sui prodotti statunitensi.

Basterà questo dato per ammorbidire il trend protezionistico voluto dalla Casa Bianca?

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