PIL sempre più giù. Italia verso il Brasile!

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PIL: sempre più giù!

Abbiamo quasi raggiunto il Brasile!

Così come nel numero dei campionati mondiali di calcio anche nella crescita del PIL tra Italia e Brasile è ormai separata da decimali.

Vediamo i dati odierni:

  EUR PIL italiano (Trimestrale) (3° trim.) -0,1% 0,2% 0,2%
  EUR PIL italiano (Annuale) (3° trim.) 0,7% 0,8% 0,8%
  BRL PIL (Annuale) (3° trim.) 1,3% 1,6% 1,0%
  BRL PIL (Trimestrale) (3° trim.) 0,8% 0,8% 0,2%

Abbiamo volutamente impostato questo strano accostamento dei dati sui PIL di Italia e Brasile per interrogarci su chi sta peggio.

Solo nel 2010 la crescita del PIL brasileiro sfiorava il 10% annuo mentre l’Italia annaspava tra recessione e crescita modesta.

Ora siamo a una forbice ridottissima tra l’1.3% del PIL brasiliano e il +0.7% del PIL italiano.

Questo ci dice con chiarezza che non può essere l’Italia la causa di ogni problema planetario, dal calo delle borse alla contrazione delle economie mondiali.
Tutto il mondo, a cominciare proprio dai paesi emergenti come il Brasile, fino a  pochi anni fa più brillanti che mai, è in fase di forte rallentamento.

Contesto globale sfavorevole ma l’Italia deve svegliarsi

Certo, questo governo se davvero vuole fare meglio dei precedenti deve darsi una svegliata e se convinto dei propri programmi andare fino in fondo piuttosto che perdere tempo in una lunga filippica inconcludente di dialoghi tra sordi con Bruxelles.

Se sul dato annuale il governo in carica può reclamare la sua gioventù il segno meno sul trimestre segnala con chiarezza che si sta perdendo tempo.

Certamente il raffronto col PIL brasiliano conferma, come detto, che è il contesto globale sfavorevole. Ma l’Italia deve svegliarsi.

Nuovo picco della disoccupazione in Italia

Un -0.1% del PIL trimestrale sotto le attese a +0.2% è dato molto preoccupante tanto più se aggiunto al tasso di disoccupazione che ha raggiunto un pesante 10.6% mentre le aspettative erano ferme al 10.1% e il precedente era comunque inferiore a 10.3%.

Siamo lontani dai picchi del 2014 ma questo dato conferma una accelerazione rialzista della disoccupazione che va contrasta con manovre decise e rapide.

Ulteriore riflessione che va assolutamente fatta e posta sul tavolo di grandi economisti , da premio Nobel per intenderci, è se è possibile dirigere un unione europea in modo coerente e vantaggioso per tutti quando al suo interno convivono nazioni come la Germania con la disoccupazione al 5% ed altre come l’Italia che viaggiano con la disoccupazione a velocità doppia …

Banalizzando e andando sui consumi e trascurando per una volta le famigerate direttive teutoni di Bruxelles potranno mai permettersi lo stesso status e tenore di vita due nazioni che paragoniamo a due famiglie diversissime tra loro?
Una con un reddito alto e pochi debiti  e l’altra che conta su un solo reddito sicuro, mentre il resto della famiglia vive di lavoretti e con una montagna di debiti.

Ecco ripeto , la domanda è: possono queste due famiglie migliorare la propria situazione tramite il medesimo percorso e continuando a permettersi lo stesso tenore di vita o quasi?

Approfondimento

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