PIL è un indicatore  efficiente? Occhio ai dati!

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PIL è un indicatore  efficiente?   Uso e abuso dei dati in economia.

Dati e tabelle devono essere ben interpretati.

La contabilità nazionale  è stata creata nelle economie sviluppate a seguito della introduzione delle teorie Keynesiane. In Italia è stata introdotto nell’anno 1949, quindi ha una vita relativamente breve.

Alcuni economisti considerano che gli errori strumentali nella misura del PIL sono superiori anche alle sue variazioni su base annuale.

Un premio Nobel per l’economia, in relazione agli errori strumentali di contabilità, raccontava il seguente aneddoto.

Una volta aveva domandato ad un contadino locale  se sapeva l’ età di un fiume. Il contadino rispose che esisteva da 3.000.021 anni. Chiese quindi come faceva a sapere con tale precisione l’età del fiume. Il contadino risposte che 21 anni fa aveva  anche lui posto la stessa domanda  ad un’altra persona che aveva risposto che il fiume aveva 3.000.000 di anni.

Quindi questa  divertente storiella  può dare delucidazione  sul fatto che nella contabilità nazionale vi sono numerosi casi in cui possiamo  sottostimare o sovrastimare i dati.

Quello che il PIL non misura

Non misura tutta l’economia sommersa sia quella legale, legata all’evasione, sia quella illegale.

L’economia illegale riguarda: droga, prostituzione, pornografia, gioco d’azzardo, attività illecite e rappresenta  una parte notevole del PIL.

In Italia l’attività “ sommersa” è molto rilevante  senza voler  considerare quella relativa alle attività malavitose.

J.M. Keynes, il grande economista,  osservò che se avesse sposato la sua cameriera avrebbe fatto diminuire il PIL nazionale.

Il paradosso sta nella seguente correlazione: la collaboratrice domestica  viene retribuita con uno stipendio e  quindi questo viene  rilevato nella contabilità nazionale tra i redditi dei dipendenti.  L’attività di casalinga della moglie non viene rilevato.

Questo fenomeno dell’attività della casalinga si chiama autoconsumo.

Un punto a favore dell’Italia?

Il paradosso di Keynes può far capire quanto un  PIL di una nazione  come l’Italia sia sottostimato, soprattutto dalla parte dei redditi.

In Italia il fenomeno della  donne che si dedicano all’ attività  domestiche  è ancora molto diffuso, basterebbe poter inserire nel PIL nazionale una quota ipotetica quale reddito minimo  per determinare un valore diverso e più attinente alla realtà.

Aumentando il PIL cambierebbe anche il rapporto DEBITO/PIL, che preoccupa tanti governanti italiani.

Vi è una soluzione?

Eccola. L’INPS dovrebbe emettere  buoni lavoro, vendibili presso uffici postali, banche ecc, importo con taglio  minimo da € 10,00.

Questi  potrebbero essere usati come moneta per pagare  domestiche, colf, badanti, giardinieri,  ecc. detraibili fiscalmente da chi li  acquista.

Chi li riceve potrà incassarli al netto della ritenuta di acconto del 20% uguale a quello sui compensi occasionali, con obbligo del codice fiscale.

L’INPS che li ha emessi  effettua  i controlli e l’emissione del CUD, in caso di importo superiore a € 5000,00 effettuerà a carico del lavoratore un importo relativo al contributo pensionistico.

Il PIL Nazionale aumenterà  sicuramente, moltissime persone da nullatenente passeranno ad avere un reddito minimo da lavoro.

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