Pil cinese positivo: i sospetti su Pechino

Pil cinese

Dopo tanti timori sulla crescita della Cina, il Pil del primo trimestre 2019 è risultato positivo. Ma sorgono alcuni sospetti sull’economia di Pechino.

Le previsioni iniziali sul Pil

I primi di marzo Pechino annunciava le sue previsioni sul proprio prodotto interno lordo. Stando a quanto scritto nel rapporto sul lavoro del governo letta in apertura dei lavori del Congresso nazionale del popolo, il tasso di crescita previsto per quest’anno sarebbe stato compreso in una forchetta tra il 6% e il 6,5%. Un range troppo ampio per regalare serenità ai mercati e per giunta troppo basso se si guarda a quanto fatto da Pechino nel 2018 con un +6,6%.

Per giunta quest’ultimo dato è il peggiore da circa 28 anni a questa parte.

In calo anche il budget militare: +7,5% per il 2019 contro l’8,1% del 2018.

Il Pil del primo trimestre

Ma a differenza di quanto temuto, i dati del primo trimestre cinese indicano, invece, che l’economia cinese corre. Il primo trimestre ha raggiunto un +6,4% annuo, meglio del 6,3% atteso dagli analisti.

Un risultato supportato dai dati positivi della produzione industriale (8,5% annuo a marzo) e delle vendite al dettaglio (valore annuo a +8,7%). Un cambio di rotta repentino e per certi versi quasi estremo che farebbe pensare che i vertici di Pechino abbiano centrato immediatamente il target che si erano prefissati varando le riforme di stimolo e supporto all’economia.

Ma per gli analisti di Schroders, se da un lato il  settore manifatturiero ha visto un’accelerazione notevole, dall’altro, altri settori hanno invece rallentato.

Cosa significa questo?

Che lo sbilanciamento potrebbe essere frutto di un effetto momentaneo dettato dai tagli fiscali operati dal governo centrale. Effetti momentanei, come la stessa economia statunitense ha potuto vedere con le riforme volte dalla Casa Bianca ormai quasi un anno e mezzo fa.  Da un punto di vista fiscale, Pechino, ha tagliato le tasse per oltre 190 miliardi di dollari concedendo ai governi locali la possibilità di emettere obbligazioni come fonte di raccolta di capitali per finanziare alcuni progetti di sviluppo.

E ancora: la produzione industriale con il suo 8,5% anno su anno ha confermato una crescita. Ma non tutti si sono accorti del calo visto sugli investimenti industriali e della domanda interna debole che si nota con il calo particolarmente forte delle  importazioni.

Una discrepanza che difficilmente si concilia con un’economia in espansione sul lungo periodo.

Il problema di fondo, soprattutto sul lungo termine, è anche un altro: la popolazione cinese invecchia. E come tutte le economia soggette a questo megatrend dovrà fare i conti con difficoltà ad incrementare i consumi. Il tutto ricordando sempre l’impatto notevole sui costi della sanità.

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