Pil cinese in calo. Cosa sapere per investire

Pil cinese

La Cina avverte le prime, pesanti conseguenze della guerra commerciale. Il prodotto interno lordo (Pil)  è il più basso da 27 anni ad oggi. Queste le cose da sapere per adottare le migliori strategie per investire.

I numeri del Pil Q2 cinese

Il secondo trimestre del 2019 non offre a Pechino grandi speranze. Pil a 6,2% non accadeva da circa 27 anni. Il problema è duplice perché la Cina da diverso tempo è impegnata in una serie di riforme per stimolare la domanda interna e tagliare la sua innegabile dipendenza dall’export e dalla domanda estera. Purtroppo, almeno da quello che si deduce dai numeri, il tentativo non sta ancora dando i suoi frutti. La domanda interna resta debole e la situazione con l’estero è fin troppo delicata a causa della guerra dei dazi con Washington. Un risultato, quello del secondo, che segue un già tiepido primo trimestre 2019 a 6,4%. Una notizia che investe anche le altre economie, per ovvi motivi di ripercussioni indirette.

Le conseguenze nel mondo

Un esempio? In Europa, la Germania è legata a filo doppio con Pechino. Il tutto senza contare la situazione del sud est asiatico, spesso vera e propria zona di indotto industriale cinese. Oppure le prospettive per una nazione come il Brasile che, in Cina, esporta gran parte delle sue materie prime. Ovviamente per non citare i legami commerciali tra le tante società hitech a stelle e strisce che costruiscono e vendono in Cina. La buona notizia, però, c’è. Ed anche più di una. La prima è che Pechino, dopo aver toccato con mano le conseguenze della guerra dei dazi, possa essere più proattiva con Washington per arrivare ad un accordo sulle tariffe commerciali. Non solo.

La view degli analisti

Come fanno notare gli analisti di Nomura,l’attività industriale di giugno “ha sorpreso al rialzo” con una crescita annua della produzione industriale che salta al 6,3% rispetto al 5,0% di maggio. Buone notizie anche per le vendite al dettaglio: a giugno si è visto un +9,8% rispetto a un anno fa, ma anche sull’8,6% di maggio. Inoltre sul lungo termine anche la Banca Popolare cinese ha deciso di sostenere l’economia nazionale con misure di stimolo comprendenti ampie agevolazioni fiscali e imponenti tagli di tasse per quasi 300 miliardi di dollari. Quindi ci si potrebbe trovare in una situazione favorevole con le banche centrali propense a sostenere l’economia proprio per paure di conseguenze che finora, si sono solo fatte intravedere. Se ne sono accorti ad Hong Kong che viaggia a +0,3% mentre lo Shanghai Composite Index è a 0,4% e lo Shenzhen Composite Index supera l’1%. Ora l’attesa è per domani sul Nikkei 225, chiuso oggi per festività.

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