PIL area euro deludente e si accoda all’Italia

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PIL area euro  KO: allora non è solo l’Italia….

 

Il deludente dato sul PIL italiano poteva essere circoscritto a un fenomeno locale in grado di scatenare l’inutile giochino se questo risultato fosse da mettere a carico del precedente governo o se di quello in carica da sei mesi.

I dati pubblicati nella seconda parte della mattinata chiariscono invece in modo netto quanto sta accadendo in area UE e tolgono all’Italia responsabilità che non ha.

Analizziamoli insieme:

Livello di fiducia delle aziende italiane (Ott) 104,9 104,8 105,6
Indice della fiducia dei consumatori italiani (Ott) 116,6 115,0 116,1
Indagine sugli affari e sui consumatori (Ott) 109,8 110,0 110,9
Indicatore dello stato di salute delle Imprese (Ott) 1,01 1,14 1,21
Fiducia dei consumatori (Ott) -2,7 -2,7 -2,7
Aspettative di Inflazione dei consumatori (Ott) 21,6 20,1
Aspettative sul Prezzo di Vendita (Ott) 9,5 11,6
Sentimento del settore dei servizi (Ott) 13,6 14,0 14,7
PIL (Trimestrale) 0,2% 0,4% 0,4%
PIL (Annuale) 1,7% 1,9% 2,2%
Sentimento del settore industriale (Ott) 3,0 3,8 4,7

 

La prima cosa che si evidenzia è che i dati sulla fiducia italiana, sia dei privati che delle aziende battono le aspettative al contrario dei deludenti dati dell’UE sullo stesso fronte, tutti ampiamente sotto il consensus.

Dati sulla fiducia che, come sempre, vanno presi con le molle e che non danno nessuna sostanza al trend macro –economico a venire, ma indicano comunque un umore, uno stato d’animo che evidenzia la migliore predisposizione verso il futuro degli italiani rispetto alla generica popolazione dell’area euro.

Area euro che poi prende una batosta sul PIL cui il dato italiano può avere contribuito ma certo in misura marginale rispetto al tutto.

Uno 0.2% trimestrale versus 0.4% e 1.7% annuale  versus 1.9% atteso sono numeri che parlano da soli.

Numeri che evidenziano un ‘Europa in difficoltà .
Basti pensare che in America il PIL viaggia a velocità doppia.

Numeri che narrano di un Europa pervicacemente abbarbicata su schemi e direttive che evidentemente non stanno più funzionando.
Ammesso e non concesso che abbiano mai funzionato, visto il numero di nuovi poveri generatosi in Europa negli ultimi anni e la disoccupazione incalzante che tormenta quasi tutti i paesi dell’area euro.
Tra l’altro a livelli sconosciuti prima della nascita dell’euro…

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