PIL americano di nuovo in volo

Pil

 Il PIL americano torna sopra la soglia del 3% che è quella in grado di indicare la straordinaria forza di un ciclo economico.

Trump dovrà di molto pazientare per vedere la FED agitarsi sul fronte del taglio dei tassi di interesse.

Anzi, la Casa Bianca farà bene a preoccuparsi del fatto che l’ala dura del board della  Banca Centrale Americana non prenda il sopravvento e riproponga come necessari rialzi a breve del costo del denaro.

Attenzione all’inflazione

Difficilmente Powell e soci cambieranno nuovamente politica seppur in presenza di un dato del PIL USA entusiasmante quanto rassicurante.

Il vero punto nodale per capire a cosa si va incontro sarà quello legato all’inflazione.

Fintanto che l’inflazione rimarrà sotto controllo è difficile che la FED torni ad anticipare manovre restrittive sul costo del denaro.

Tanto più dopo avere appurato in dicembre quanto questo indirizzo incida negativamente sulle dinamiche di borsa.

Soltanto dunque nel caso di una ripresa significativa dell’inflazione USA è ipotizzabile un cambio di politica monetaria da parte della FED.

E proprio questo terremo prioritariamente monitorato nelle prossime settimane.

PIL americano in fascia dati straordinari

    Indice PCE dei prezzi principali 1,30% 1,30% 1,80%
    PIL (Trimestrale) (1° trim.) 3,2% 2,0% 2,2%
    Indice dei prezzi PIL (Trimestrale) (1° trim.) 0,6% 1,3% 1,9%
    Indice dei prezzi per spese personali 0,6%   1,5%
    Spesa per consumi reali (1° trim.) 1,2%   2,5%

Proprio dalla tabella emerge come a fronte di un dato di PIL USA a +3.2% trimestrale lo stesso dato sui prezzi si contrae a +0.6% da +1.3% e da +1.9% precedente.

Numeri che confermano una situazione ideale di crescita economica in assenza di inflazione.

Considerando la durata del ciclo virtuoso dell’economia americana, una specie di miracolo.

L’unico dato un po’ così è quello sui consumi reali che scendono a un +1.2% da +2.5%.

Niente di che, ma attenderemo con curiosità i prossimi dati sulle vendite negli States.

Trump si metta il cuore in pace: né taglio dei tassi né QE in vista

Insomma, come accennato sopra, Trump si dovràmettere  il cuore in pace: né taglio dei tassi, né tanto meno QE in vista.

Il rischio per il Tycoon è che  questo straordinario ciclo inizierà a boccheggiare proprio durante la campagna elettorale che fa circa 18 mesi lo vedrà a caccia della rielezione.

Nel caso accadesse Trump dovrà attingere credito, non tanto dalla contingenza, quanto dalla storica durata della fase di crescita che l’economia e il PIL USA hanno conosciuto negli anni della sua presidenza.

Quasi la promessa di poter rinnovare il tutto in caso di rielezione.

Se ci pensasse e se ne stesse calmo forse sarebbe anche meglio.

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