Picnic e scampagnate, ecco dove fanno pagare una tassa

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La scampagnata sull’erba è una tradizione di Pasquetta per molte famiglie. Purtroppo, però non si può fare il picnic ovunque. In alcuni Comuni, visto che i cinema e i teatri a Pasqua saranno ancora chiusi e la tassa sul divertimento non si riscuoterà, stanno spuntando costi e tasse su quel poco che potremo fare. Per esempio, il picnic e la passeggiata nel bosco. Ecco dove accadono queste cose, una segnalazione della Redazione Turismo di ProiezionidiBorsa.

Nel parco di Gravellona non si mangia sull’erba e il tavolo si paga

Attenzione al Parco Comunale dei Tre Laghi di Gravellona Lomellina, per esempio. Ci sono prati favolosi e tavoli da picnic. Ma non ci si può fermare gratis.

Nei giorni di sabato e domenica e nei festivi, è prevista la prenotazione, che va rispettata entro le 13. E anche il versamento di 10 euro per tavolo. Ma non è tutto.

Infatti, qualora si volesse passare il numero massimo di sei commensali adulti, bisognerà versare il supplemento di 1 euro a persona. La tassa si paga all’Associazione Amici del Parco. Niente paura: dovendo risparmiare, basta fare sette chilometri per godersi il picnic gratis. E pure col permesso di sdraiarsi sull’erba (come recita il cartello all’ingresso): al Parco del Convento di Vigevano.

Di tasse creative non ne mancano

Picnic e scampagnate: ecco dove ci fanno pagare una tassa. La tassa sui tavoli da picnic può sembrare assurda. Ma non bisogna stupirsi.

In tutta Italia ci sono in agguato tasse e imposte altrettanto incredibili. Ad esempio, qualora si fosse appassionati di erbe di campagna e si volesse approfittare per raccoglierle durante una passeggiata, bisogna essere fuori dal Trentino Alto-Adige. Qui, infatti, si prevede il rilascio di un patentino, per poterlo fare, dopo la frequenza di appositi corsi.

Picnic e scampagnate, ecco dove ci fanno pagare una tassa

In ogni caso, il primato assoluto per la tassa più stravagante dell’outdoor spetta al Comune trevisano di Conegliano. Qui gli sventurati commercianti si sono visti recapitare delle bollette perché l’ombra dei loro negozi e delle insegne era proiettata in strada (suolo pubblico). Per fortuna il buon senso delle istituzioni, spinto dall’accesa protesta dei negozianti locali, ha fatto sì che questo assurdo balzello venisse sospeso nel 2016.

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