Piazza Affari: Europa sotto pressione

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Piazza Affari e Europa sotto pressione senza nemmeno più l’eccezione vista in mattinata, del Ftse 100 aiutato dall’accordo trovato (ma ancora da ratificare) sulla Brexit, approvazione ben lontana dall’essere scontata dal momento che la bozza del testo sembra concedere troppo all’Unione Europea rispetto a quanto inizialmente previsto.  La chiusura del Vecchio Continente vede il Dax a -0,57%, il Ftse Mib a -0,8%, il Cac40 a -0,65% e il Ftse100, come detto anch’esso in negativo, a -0,28%.

Su Piazza Affari la tensione è stata notevole con un’apertura che già dalle prime battute (-1,4%) faceva intuire l’arrivo di situazioni difficili sul settore bancario. Infatti gli istituti di credito, anche a causa di uno spread Btp/Bund che minaccia di schizzare a 400 punti dagli attuali 311, hanno visto un semaforo rosso su tutti i grandi titoli: Unicredit -1,26%, Ubi -2,2%, Intesa -1,2%, Mediolanum -1%, Bpm -2,15%, Mps -1,6%, Bper -3%, Carige sola eccezione a +5,26%.

Piazza Affari: il petrolio e gli energetici

Non va meglio nemmeno per l’altra colonna portante del listino milanese, gli energetici a loro volta in balia di quotazioni del petrolio che, sebbene oggi siano in ripresa, restano comunque in una fase negativa e per lo più circondati da moltissime incertezze. Il Brent è arrivato a segnare 66,8 dollari al barile mentre il Wti è a 56,77 dollari. Alla base dello scetticismo di fondo ci sono le decisioni dell’Opec di rivedere al ribasso le stime di crescita della domanda di petrolio per il prossimo anno. Per il 2019 si arriva a 1,29 milioni di barili al giorno, (-70mila sulla precedente proiezione) anche a causa di una Cina meno disposta a comprare. Da qui il risultato di Eni, Tenaris e Saipem rispettivamente a -1,47%, -0,96% e -1,3%.

Piazza Affari e Telecom

Guardando ai singoli titoli è da monitorare ancora la situazione di Telecom Italia che, dopo la sfiducia al suo ormai ex ad Amos Genish deve fare i conti con lo scetticismo degli analisti che temono la deriva dell’azienda in uno scontro tra Vivendi ed Elliott. Il primo e più importante appuntamento sarà quello di domenica prossima quando sarà nominato il nuovo Ceo il quale dovrà riuscire a convogliare l’appoggio politico registrato per il progetto di convergenza della rete fissa e di separazione della rete dal resto del business aziendale. L’ex monopolista della rete telefonica chiude la giornata con un saldo passivo del 3,16%

Il PIL tedesco peggio delle attese e Piazza Affari

Nel resto d’Europa, invece, si deve scontare sia la conferma ufficiale di una crescita del Pil sempre più stentata, sia il fatto che su base trimestrale il risultato peggiore, inaspettatamente sia quello della Germania con un -0,2% mentre l’Italia non va oltre lo 0%.

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