Petrolio: l’OPEC sull’orlo del crollo?

Previsioni catastrofiche sul petrolio

 Il petrolio ha subito molte scosse negli ultimi anni con una crisi storica semza precedenti. Ma adesso il pericolo è per l’Opec. In molti temono infatti il rischio di un crollo.

L’Opec sull’orlo del crollo?

In realtà più che il petrolio a determinare l’eventuale debacle potrebbe essere il resto del panorama geopolitico. Infatti il greggio ha registrato le sempre più numerose tensioni a livello internazionale e, soprattutto, i sempre più numerosi attori sulla scena.

Il ruolo degli Usa

Con l’exploit dello shale oil Usa, Washington è diventato un protagonista determinante del destino dell’oro nero, talmente determinante da poter decidere anche le quotazioni. Volendo estremizzare il concetto, a decidere, nelle ultime settimane, sono stati anche i numerosi tweet del presidente Usa Donald Trump. Tweet caratterizzati dalle continue richieste, per l ‘Opec di un aumento della produzione.

L’allarme di Zanganeh

Una perdita di autorevolezza per il club dei produttori che si acuisce con le varie tensioni interne. A lanciare l’allarme è il ministro del petrolio iraniano Bijan Zanganeh che arriva ad avvertire che l’OPEC potrebbe essere sull’orlo del collasso. Stando alle sue parole, infatti, alcuni membri del gruppo di 14 nazioni stanno lavorando contro i loro colleghi. Il commento sembra essere una frecciatina all’Arabia Saudita e agli Emirati Arabi Uniti accusati di collaborare con gli Stati Uniti per compensare il previsto calo delle forniture di petrolio previsto come conseguenza delle sanzioni iraniane. Peraltro volute unilateralmente proprio da Trump. Da precisare che le sanzioni statunitensi, imposte a novembre, hanno già ridotto le esportazioni di petrolio dell’Iran di circa 1 milione di barili al giorno.

Iran contro Arabia

La risposta dell’Iran, di fronte all’atteggiamento accondiscendente dei due accusati, non si è fatta attendere.

“L’Iran è un membro dell’OPEC solo per i suoi interessi e se alcuni membri dell’OPEC vogliono minacciare e mettere in pericolo l’Iran, l’Iran non si asterrà dal rispondergli”, ha detto il ministro iraniano del Petrolio Bijan Zangeneh dopo un incontro con il segretario generale Mohammed Barkindo a Teheran. Ma la dichiarazione del ministro ha anche il sapore dell’avvertimento. Infatti l’Arabia non si è esplicitamente offerta di aiutare Washington ma, stando alle parole del ministro saudita dell’energia Khalid al-Falih, il regno si consulterà con produttori“per garantire un mercato petrolifero ben bilanciato e stabile”.

La posizione di Teheran

Troppo protagonismo, secondo l’iraniano, che minaccia di far crollare un’organizzazione che sta perdendo sempre più autorvolezza. NOn solo, infatti gli Usa con il loro shale oil, ma anche la Russia con un record di produzione storico. Non per niente, infatti, per riuscire ad ottenere un qualsiasi risultato sul fronte della regolazione dei prezzi del barile, l’Opec ha dovuto chiedere l’appoggio proprio di Mosca.

Approfondimento

Il petrolio ha formato un top rilevante?

Consigliati per te