Petrolio: le previsioni degli analisti

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Dopo gli ultimi colpi di scena che hanno caratterizzato le quotazioni del barile gli esperti si dividono sul petrolio. Le previsioni degli analisti

Prima il crollo al di sotto dei $20, poi un tentativo di rimbalzo. Tentativo debole che nasceva da ottimismi ancora da confermare.

La data da monitorare

Così come da confermare erano anche le indiscrezioni che volevano l’Opec intenzionata a tagliare la produzione. Una conferma sarebbe arrivata dal ministero dell’Energia dell’Azerbaijan. Lunedì l’organizzazione dei paesi produttori di petrolio si riunirà in teleconferenza per decidere sul da farsi. Il 6 aprile, quindi, sarà la data da monitorare sul petrolio. Le previsioni degli analisti infatti, si dividono per provare a capire il futuro, nell’immediato del barile.

Il problema che grava sulla materia prima

Ma un altro elemento da considerare è anche il fronte statunitense dove molti produttori di scisto rischiano il fallimento. Per evitare un’altra ondata di licenziamenti, il presidente statunitense Donald Trump si sta accordando con i maggiori produttori di petrolio della nazione. Lo scopo? Riuscire a trovare una soluzione o, quantomeno, arginare il pericolo che incombe sul settore. Infatti il problema che grava sul petrolio e sui rappresentanti degli energetici è in realtà un mix tra il crollo della domanda dettata dall’epidemia di coronavirus e il progressivo aumento dell’offerta favorito anche da una iperproduzione statunitense.

Petrolio: le previsioni degli analisti

Lo stesso Donald Trump, tra le soluzioni proposte, è arrivato a citare tagli pari a 10 milioni di barili al giorno. Una cifra troppo forte sia per la Russia che per l’Arabia Saudita. Per questo motivo è difficile pensare, almeno secondo le previsioni degli analisti, che si possa trovare un accordo sul petrolio e per giunta in tempi brevi, nonostante l’entusiasmo dell’inquilino della Casa Bianca. O per lo meno che non si giochi al ribasso. Troppi i paesi coinvolti, e tutti quanti con diverse esigenze. Anche perché a questo punto il problema non è più nemmeno la quantità del taglio ma la durata dei provvedimenti.

Il futuro del settore petrolifero

La causa scatenante della crisi del petrolio è, fondamentalmente, l’epidemia di coronavirus. Un elemento che già di per sé rende l’idea sull’impossibilità di poter avere tempi certi sulla evoluzione della crisi stessa. In considerazione di questo scenario le previsioni degli analisti considerano che il futuro del settore petrolifero continuerà ad essere caratterizzato da una forte volatilità per tutto il resto dell’anno.

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