Petrolio: la view di Goldman Sachs

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Il petrolio nelle ultime settimane ha visto un ritorno dell’ottimismo. Per il 2019 ci saranno ancora buone notizie secondo la view di Goldman Sachs.

Petrolio: la panoramica

Dopo aver superato la soglia psicologia dei 70 dollari, attualmente il greggio ha oltrepassato anche il livello dei 71. Alle 12.40 (ora italiana) infatti, il benchmark internazionale è arrivato a 71,02 dollari. Buone notizie anche per il suo collega statunitense che si è attestato a 64,5 dollari al barile. Le dinamiche che hanno portato ad una situazione del genere sono ancora molto ampie. Infatti quando si tratta di greggio le semplici leggi della domanda e dell’offerta sono solo una minima parte delle variabili. Mai come per il petrolio il panorama internazionale e le questioni geopolitiche sono di primaria importanza. E i questo caso le questioni geopolitiche prendono il nome di Venezuela, Iran e Libia. Il tutto senza dimenticare le sanzioni statunitensi e, fattore basilare, i tagli dell’Opec.

La view di Goldman Sachs

Partendo da questi presupposti, quindi, Goldman Sachs vede il rally del barile giustificato dai fondamentali. I tagli dell’Opec si sono aggiunti a quelli effettuati dal Canada e, paradossalmente, anche dagli Usa. Infatti Washington, da sempre sostenitrice di una quotazione del barile il più bassa possibile, si è trovata a dover fare i conti con un calo della produzione. A tutto vantaggio dei prezzi e a discapito delle direttive del presidente Usa Donald Trump. L’inquilino dell aCasa Bianca, infatti, da sempre è fautore di una serie di richieste (via Twitter) ai paesi del Medio Oriente affinché riaprano i rubinetti. Lo scopo: far calare i prezzi del petrolio, cosa che, a suo dire, favorirebbe la ripresa dello slancio economico.

Le previsioni per il 2020

Ma l’attuale situazione di ottimismo, secondo Goldman, avrebbe i giorni contati. Infatti se il 2019 permetterà la corsa dei prezzi, il 2020 non sarà così generoso.  Per il secondo trimestre si potrà arrivare ad un barile anche a 72,5 dollari ma il declino è dietro l’angolo. Infatti dopo l’estate Opec e shale oil Usa rientreranno in carreggiata. In particolare per il fronte statunitense già si guarda ad una nuova conduttura che potenzierà le infrastrutture sul bacino di estrazione del Permiano. E così il 2020 segnerà la fine dei sogni di gloria sul petrolio. Il prossimo anno, a conti fatti, si arriverà a 60 dollari al barile.

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