Petrolio giù fino al 2016

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La riunione di politica monetaria della Bank of England ieri non ha restituito nessun particolare spunto di riferimento, con la riunione della Monetary Policy Committee che si è conclusa con un nulla di fatto. Il braccio armato della BOE ha infatti mantenuto invariato l’attuale assetto monetario con i tassi saldamente ancorati al minimo storico a 0.50%, così come l’importo del Quantitative Easing a 375 miliardi e la votazione sempre stabile rispetto all’esito precedente. È stato solo MacCafferty a votare a favore del rialzo dei tassi, mentre gli altri membri hanno votato in favore del mantenimento dell’attuale livello: e sembra sempre più chiaro che le banche centrali di tutte le principali aree economiche mondiali stiano aspettando la FED per vedere che cosa succederà una volta che Washington rialzerà i tassi per la prima volta dal 2006.



Sul fronte energetico, dopo la decisione shock dell’OPEC di non ridurre la produzione, ma addirittura di aumentare il livello di produzione e rimuovere il tetto massimo, le quotazioni del greggio continuano a muoversi verso il basso con il Brent che si attesta in queste ore a 39.50 USD/barile. E l’allarme arriva anche dall’IEA che vede la fase di debolezza del petrolio estendersi per tutto il 2016 per l’effetto combinato dell’aumento dei livelli produttivi e per i bassi livelli di domanda di greggio che ritardano la ripresa rispetto alle stime.

Ed è sempre più chiaro che la strategia dei Sauditi è quella che sta guidando le decisioni dell’organizzazione dei paesi esportatori e produttori di greggio: una strategia che per il momento sembra funzionare con diversi produttori non OPEC che stanno ripensando i propri livelli di produzione. Tuttavia, sono anche molti paesi OPEC ad affrontare una fase di profonda crisi che rischia di spaccare definitivamente l’organizzazione che si è riunita a Vienna la scorsa settimana, riunione in occasione della quale questi contrasti interni sono diventati evidentissimi.

 

Markets Movers

14:30 Stati Uniti Vendite al dettaglio core m/m cons. 0.3% prec. 0.2%

14:30 Stati Uniti Vendite al dettaglio m/m cons. 0.3% prec. 0.1%

14:30 Stati Uniti Indice prezzi produzione m/m cons. -0.1% prec. -0.4%

16:00 Stati Uniti Fiducia consumatori Michigan prel cons. 92.0 prec. 91.3

 

EURUSD

Prosegue il movimento di risalita della moneta unica verso quota 1.10 dopo la breve interruzione di ieri che ha riportato il rapporto tra euro e biglietto verde verso quota 1.0920. Ancora una volta sono i mercati azionari a guidare i movimenti sulla moneta unica di queste prime ore di contrattazioni in Europa proprio per effetto dell’apertura negativa di tutte le principali piazze del Vecchio Continente. Sono infatti i mercati azionari ad essere particolarmente in apprensione circa le turbolenze derivanti dalle quotazioni petrolifere e dal conseguente indebolimento dei paesi della fascia emergente. Dal punto di vista del mercato valutario tutti gli occhi sono puntati sugli Stati Uniti che vedranno la pubblicazione di dati macroeconomici particolarmente rilevanti per la FED e che potrebbero creare un aumento della volatilità a favore di dollaro qualora sorprendessero in positivo. Tuttavia, la settimana si avvia ad una conclusione poco mossa rispetto ai livelli attuali a 1.0950.

 

GBPUSD

La riunione di politica monetaria della Bank of England di ieri non ha offerto alcuno spunto particolare tranne un lieve aumento della volatilità sulla pubblicazione dell’esito. La sterlina inglese si è mantenuta infatti saldamente in area 1.5150 consolidando il livello anche nelle prime ore della giornata di oggi. L’attesa è comunque per il primo pomeriggio con la pubblicazione dei dati macroeconomici negli Stati Uniti anche se una forte inversione di tendenza rispetto al momento laterale è altamente improbabile qualora i dati non si discostino significativamente rispetto alle attese.

 

USDJPY

Yen giapponese ancora in altalena dopo una sessione asiatica all’insegna dell’indebolimento della divisa nipponica che si è portata dai livelli di ieri in area 121.20 fino a quota 122.00 principalmente per effetto del recupero del mercato azionario che ritorna a guidare i movimenti con l’indice Nikkei della borsa di Tokyo che guadagna quasi un punto percentuale chiudendo a +0.97%. Le attese per oggi sono interamente concentrate sui dati macroeconomici del pomeriggio negli Stati Uniti dove vendite al dettaglio e fiducia dei consumatori potrebbero restituire un risultato incoraggiante favorendo uno storno delle quotazioni sopra il livello di 122.00, area che comunque dovrebbe mantenersi pivotale fino alla conclusione della settimana.

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