Petrolio è allarme: l’offerta non è sufficiente

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Dopo l’allarme per un eccesso di petrolio sul mercato, adesso si è arrivati all’estremo opposto. Ora la produzione è nettamente inferiore alla domanda.

Nelle tante variabili che determinano il prezzo del greggio, adesso quelle che rallentano la produzione sono troppe. Attualmente il greggio quota a 71,42 dollari al barile per il Brent mentre per il Wti si parla di 64,15 dollari. L’ultima incognita rappresentata dalla Libia, in realtà, è stata la proverbiale goccia che potrebbe far traboccare il vaso.

Caos Libia

Il paese, per il momento, è in un caos che ha finora risparmiato i giacimenti. Nonostante ciò, però, Eni ha preferito, in via del tutto precauzionale, evacuare i suoi impianti. Resta però la spada di Damocle di una situazione estremamente precaria. Situazione che potrebbe facilmente degenerare in una guerra civile.

Opec: i tagli potrebbero essere rivisti

I tagli Opec, confermati fino a giugno, a questo punto potrebbero essere rivisti. Anche alla luce di alcuni fattori. Primo fra tutti le parole del presidente russo Vladimir Putin che, allineandosi in un certo senso alla volontà del suo collega statunitense, vorrebbe evitare un rialzo esagerato del barile. A questo si deve aggiungere anche che la stessa Opec vorrebbe franare la corsa qualora le quotazioni dovessere superare gli 80 dollari, target, in verità, ancora lontano. ma visto il +30% da inizio anno, tutto è ancora possibile. Non bisogna inoltre dimenticare le sanzioni statunitensi che, per l’Iran, sarebbero addirittura inasprite nell’immediato futuro. E per immediato futuro si parla di 15 giorni. Questo, infatti, l’arco di tempo in cui dalla Casa Bianca dovrebbero arrivare lumi sulle decisioni del presidente Usa Donald Trump.

I numeri sul petrolio

Intanto le uniche certezze sono nei numeri: gli stessi che ha pubblicato l’Agenzia internazionale dell’energia (Aie) e che confermano quelli del rapporto mensile dell’Opec. Il calo della produzione, da febbraio, è costante. Quello che adesso si deve vedere è l’andamento dell’economia mondiale. Ovunque si parla di rallentamento, il che farebbe presumere che la domanda potrebbe anche essere adeguata.

Ottimisti vs pessimisti

Ma c’è anche chi come vede nella recente stabilizzazione dei dati PMI, i segni di una possibile ripresa dell’economia nella seconda metà dell’anno. Dall’altro lato ci sono i numerosi report che parlano, appunto, di un rallentamento a livello globale. ultimo quello del Fondo Monetario Internazionale che teme una crescita al 3,3% dopo le previsioni di gennaio che parlavano un 3,6%.

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