Petrolio ai minimi dal 2002: dove è diretto ora?

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Il prezzo del petrolio ai minimi dal 2002. In questo momento il Brent viene scambiato a 22,57 dollari al barile mentre il WTI tocca i 20,1 dollari. I due valori sono scesi ieri rispettivamente del 9,39% e del 6,56%. Sull’ICE (Intercontinental Exchange) i future del Brent di giugno scendono del 6,15% e lo spread sempre a giugno tra Brent e WTI si attesta a 6,10 dollari per barile. Una delle commodities più importante di questo momento è letteralmente crollata. L’economia attuale dipende molto da questa materia prima e il suo prezzo influisce costantemente sul prezzo e sulle scelte di moltissime società.

Domanda e offerta ecco cosa succede

Come per qualsiasi bene il valore del petrolio è dato dalla domanda e dall’offerta. In questo momento la domanda è praticamente nulla, il traffico aereo è diminuito dell’88%, cosi come la richiesta di carburante per le automobili. Inoltre i timori riguardanti il coronavirus e il conseguente lockdown di moltissimi paesi che potrebbe durare più del previsto, sta influenzando negativamente questa commodity. L’altra faccia della medaglia è l’offerta che è rappresentata dalle compagnie petrolifere. In questo momento queste società stanno rimanendo attive e la capacità di stoccaggio sta raggiungendo il limite, di conseguenza il livello dell’offerta sta raggiungendo i livelli massimi. Per queste ragioni il prezzo del petrolio è ai minimi dal 2002.

Il futuro del petrolio

Oltre alla drastica riduzione della domanda causata dal coronavirus, l’Arabia Saudita ha negato di essere in discussioni con la Russia per cercare di stabilizzare il prezzo del petrolio. La prossima riunione dell’OPEC sarà a giugno e fino a questa data sarà difficile che questi due paesi trovino una soluzione. D’altra parte il petrolio in questo momento viene scambiato a un prezzo molto basso e secondo gli analisti il suo valore potrebbe salire nonostante questi problemi. In questo momento si potrebbe iniziare ad acquistare alcune società come Eni (MIL:ENI) , Tenaris e Saipem  che potrebbero beneficiare del probabile rialzo futuro del petrolio.

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