Petrolio a rischio e le commodities a seguito

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Se nemmeno il dato sulle scorte molto in calo rispetto alle attese -4.32 versus 1.294 riesce a fare decollare il prezzo del petrolio riuscendo a farlo uscire da questa fase laterale è segno che bisognerà prestarvi molta attenzione.

Analizzando il grafico e vedendo la mancata reazione al terzo dato consecutivo in calo oltre il consensus, si può iniziare a pensare che effettivamente siamo in una fase di distribuzione che prevede a breve , diciamo un mesetto, nuovi minimi profondi.

D’altronde la crescita e lo sviluppo continuo delle energie alternative è un trend irrefrenabile ed è già strano che l’ OIL abbia riconquistato livelli di prezzo più vicini ai 100 dollari al barile che ai 50 dollari.

Per completezza di informazione va rilevato che oggi in generale per le commodities è stata una seduta tutt’ altro che brillante e dal cacao, al caffè al natural gas fino alla soia sono stati segnati ribassi significativi. Più in generale sono poche le commodities che mostrano un apparato grafico promettente nel breve termine anzi, come per il petrolio, pare prepararsi una discesa di quelle robuste.

Il ribasso non piacerà certo a chi si è costruito un portafoglio in ETF o fondi sulle commodities viceversa sarebbe di gradimento per le aziende importatrici europee e italiane . Si deve notare però questa inusitata ripresa di forza dell’euro che va spesso a compensare quello che sarebbe il risparmio sul costo del prodotto. E tra l’altro, sempre come orientamento di breve pare che ancora però un po’ possa essere l’euro a prevalere sulla moneta statunitense.


Il minimo settimanale sarà un livello da tenere monitorato con attenzione a supporto o meno di questo trend rialzista dell’euro. Nel caso potremmo attendercelo per l’autunno fino ad un esaurimento verso area 1,19. Difficile si possa andare molto oltre.

Curiosa è invece la situazione del cross USD/CNH che vede la valuta americana con una maggiore propensione alla tenuta.Anche in questo caso però sarà la tenuta del minimo di fine agosto a confermare o meno la forza del dollaro.

Ad essere sottili sembra che la guerra dei dazi finisca comunque per produrre un effetto positivo per le aziende americane esportatrici mentre certamente penalizza chi americano voglia acquistare prodotti esteri.

Viene quasi il dubbio che questo Trump abbia la vista lunga.

 

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