Pesce d’aprile c’è più da perdere che da guadagnare

coronavirus

L’1 aprile è sempre stato un giorno scherzoso ma ai tempi del coronavirus fare il pesce d’aprile c’è più da perdere che da guadagnare.

Ormai siamo inondati, ogni giorno, da notizie bufale e a volte anche da scherzi di cattivo gusto. L’avvento del web ha moltiplicato le occasioni. Prima si attendeva l’1 aprile perché era l’unico giorno concesso per fare scherzi.

Il 2020 sarà di altro tenore visto anche il momento delicato che stiamo vivendo ad ogni latitudine. Per colpa delle fake-news, confusione e disinformazione la fanno da padrone. Spesso incorrono di rimanere vittime di bufale anche le stesse testate giornalistiche che per principio dovrebbero controllare in modo più approfondito prima di pubblicare la notizia.

Come sarà l’1 aprile 2020

Google (NASDAQ:GOOGL)  ha già scelto di non fare nessun riferimento al giorno più scherzoso dell’anno. Oggi fare il pesce d’aprile non conviene a nessun tipo di azienda. Questo giorno veniva spesso usato per strategie di marketing impattanti. Ma nel 2020 non c’è il clima adatto.

Più che sorridere, si piangono i morti del coronavirus. In un clima del genere con il pesce d’aprile c’è più da perdere che da guadagnare. Inoltre si corre il rischio di fare anche danni se vengono trattati argomenti legati alla salute oppure allo stesso coronavirus. In Germania il Ministro della Salute ha invitato ufficialmente la popolazione ad evitare di fare pesci d’aprile. In Italia non è stata presa nessuna posizione su questo argomento.

Cosa successe l’1 aprile 2019

Un anno fa Microsoft con un comunicato a tutti i suoi dipendenti chiese di non prestarsi a pesci d’aprile per paura che la reputazione della azienda potesse danneggiarsi. Effettivamente avvenne così e nessuno dei dipendenti diede spazio ad uno delle più popolari tradizioni primaverile.

Le origini del pesce d’aprile

Questo rito ha origini antichissime, risale ai tempi del calendario Gregoriano che spostò la data del capodanno dal 1° aprile al 1° gennaio. Molti però non se ne resero conto e continuavano a festeggiare nella vecchia data e venivano etichettati “sciocco di aprile”.

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