Perderanno il diritto al contributo coloro che entro il 31 marzo non presentano all’INPS questa domanda cumulabile con reddito di cittadinanza

disabilità

Fanno bene a velocizzare i tempi i destinatari della recente circolare emessa dall’Istituto Nazionale di Previdenza Sociale. Come sappiamo, il nostro ordinamento riconosce una pluralità di benefici per situazioni di difficoltà economica. Queste possono essere anche solo temporanee. Ne sono un esempio i sostegni NASPI alle forme di disoccupazione involontaria. Oppure le misure per le integrazioni del minimo salariale.

Nonostante l’importanza delle previsioni di legge, però, occorre essere lesti per rientrare nei termini. Nel caso concreto il rischio è quello di perdere il beneficio anche per l’anno 2021. Si tratta così di ben due anni di sostegni economici da almeno 150 euro al mese. Con la recente circolare n.39/2022, l’INPS ha fatto chiarezza sul contributo che verrà corrisposto al genitore di nucleo familiare monoparentale, disoccupato o monoreddito. Per essere destinatario, deve avere uno o più figli con disabilità riconosciuta non inferiore al 60 per cento. Dunque attenzione, perché perderanno il diritto al contributo coloro che rientrano nelle categorie interessate e non faranno richiesta entro fine mese.

I dettagli sulle modalità

Per monoreddito si intende quel lavoratore che non percepisca altre forme di reddito che non provengano da attività lavorativa oppure trattamenti previdenziali. Per accedere occorre rientrare all’interno dei requisiti economici e di percentuale d’invalidità previsti. L’importo, dichiara l’INPS, sarà esente da prelievo fiscale (non costituisce una fonte di reddito quindi). Inoltre, potrà essere cumulabile con il reddito di cittadinanza. Anche i cittadini extracomunitari possono accedere al beneficio. Purché, però, attestino il requisito di residenza all’interno del territorio italiano. Dunque, sarebbe sufficiente avere il permesso di soggiorno valido. Peraltro, l’INPS non prevede nella circolare una durata minima di permanenza all’interno dei confini. I richiedenti, a prescindere, devono essere coabitanti e aventi dimora nello stesso Comune.

L’importo sarà riconosciuto con cadenza mensile a partire da gennaio. Attenzione massima poi alla possibilità di richiesta anche per l’annualità 2021. Infatti, i tempi, nella predisposizione della domanda, rendono possibile richiedere il beneficio anche per la passata annualità. Per quanto concerne il 2023, invece, occorrerà fare richiesta nel mese di marzo del relativo anno.

Perderanno il diritto al contributo coloro che entro il 31 marzo non presentano all’INPS questa domanda cumulabile con reddito di cittadinanza

Infine, esistono dei possibili limiti all’entità del fondo erogato. La buona notizia per quanti ancora non hanno fatto richiesta è che questi non sono di natura cronologica. L’importante sarebbe rientrare all’interno della data del 31 marzo per la richiesta.

Il vincolo riguarda semmai l’entità del fondo destinato. Infatti, questo consta di 5 milioni di euro per annualità. Ciò significa che, qualora le richieste eccedessero i fondi disponibili, occorrerà dare priorità ai richiedenti in stato di maggiore necessità. Non si procederà ad una riduzione proporzionale dell’importo. Bensì si procederà dai nuclei familiari dotati di ISEE inferiore. In caso di parità di questo valore, si considereranno prima i nuclei con minori non autosufficienti. Infine si terrà conto della gravità della disabilità.

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