Perché sui mercati il petrolio sta correndo? 

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Dopo Nomura, adesso anche Goldman Sachs taglia le sue previsioni di crescita sulla Cina per il 2021. Ed anche in questo caso alla base della decisione ci sono le tante incertezze sul fronte degli energetici e gli shock sulla produzione che potrebbero arrivare in seguito all’inasprimento normativo imposto su più settori. Senza contare il pericolo sul settore immobiliare, pericolo rappresentato dalla crisi di Evergrande, la seconda società immobiliare cinese, esposta per 300 miliardi di debiti che difficilmente riuscirà ad onorare. Ultimo tassello: il freno da parte delle autorità cinesi sugli aiuti economici varati nel post pandemia. Per Goldman, il PIL cinese non arriverà a superare il 7,8% nel 2021 invece della precedente previsione dell’8,2%. Ma la banca d’affari statunitense ha rivisto anche le sue proiezioni sul greggio. In questo caso si parla di un barile a 90 dollari entro un paio di mesi. Una previsione che trova conferma, almeno apparentemente, già dalle quotazioni del Brent di oggi che arriva, in apertura di seduta, a superare gli 80 dollari. In rialzo anche il Wti a 76,3 dollari al barile.

Perché sui mercati il petrolio sta correndo?

Come giustificare un aumento simile se si pensa che, a livello mondiale, la volontà è quella di creare un’economia green, lontana dalla dipendenza dal petrolio? In realtà è da fine agosto che gli esperti di Goldman avevano individuato alcuni titoli petroliferi che offrivano interessanti potenzialità di rialzo per il prossimo anno. Nelle proiezioni, ad esempio, Occidental Petroleum Corp aveva incassato un rating buy con target a 35 dollari per azione. Stesso discorso per Magnolia Oil and Gas Corp. che, forte di un dividendo dell’1,1% registrava un t.p a 18 dollari.

Ma perché sui mercati il petrolio sta correndo se ci sono tante incertezze all’orizzonte? Quello che si vede attualmente sul panorama economico potrebbe essere un rallentamento momentaneo secondo gli analisti di Pictet Asset Management. A dare una mano per la ripresa, soprattutto in un’ottica di lungo periodo, è anche la campagna vaccinale. Diverso, invece, il discorso sull’inflazione: in questo caso, per loro, ci potrebbe essere un pericolo differente e cioè che il rialzo visto sui prezzi al consumo possa espandersi anche ad altre aree.

Guardando l’altro lato della medaglia, una spinta verso un approccio ottimista arriva dai dati macro tedeschi. Un esempio è quello dell’indice GFK che misura la fiducia dei consumatori e che è tornato in fase positiva nell’ultimo mese. Quando si parla di petrolio, però, non bisogna mai dimenticare il fattore geopolitico. Recentemente, ad esempio, le scorte settimanali di greggio USA hanno registrato una decisa contrazione. Quello che si trovano ad affrontare i mercati azionari è un panorama quanto mai contrastato e sembra che i listini se ne siano accorti. Se non altro dall’andamento registrato verso la fine della mattinata quando il segno meno ha iniziato a diffondersi su tutte le piazze di scambio.

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