Perché oggi i Buoni fruttiferi postali non offrono interessi come quelli di 30 anni fa?

inflazione

Il più classico dei dispiaceri lo si prova quando dopo aver vissuto una bella esperienza, che ci ha assai appagato, scopriamo che non la si può più rivivere. È questo il caso dei sottoscrittori dei Buoni di lungo corso. Chi ha comprato questi titoli ai tempi delle lire e poi li ha tenuti per lungo tempo, si è garantito una bella rendita e per tanti anni.

Oggi però ci si chiede: ma perché oggi i Buoni fruttiferi postali non offrono interessi come quelli di 30 anni fa?

Panta rei

Già nell’antica Grecia il filosofo Eraclito sancì per sempre una massima che è poi rimasta nel corso dei millenni: panta rei, tutto scorre. Infatti, la seconda metà del secolo scorso, e fino alla fine dello stesso secolo, l’inflazione è stata la bestia nera del Paese. Essa è stata a due cifre per decenni.

Quindi chi chiedeva un prestito sul mercato doveva tutelare, mediante alti tassi d’interesse, il potere d’acquisto di chi gli prestava i suoi soldi. È stato questo, per esempio, il caso delle Poste e dei suoi Buoni fruttiferi. Negli anni Ottanta davano interessi altissimi se rapportati ad oggi, ma erano normalissimi per quell’epoca.

Poi, complice anche il processo di integrazione europeo, il costo della vita in Italia è progressivamente sceso e, nel 2020, l’inflazione è stata addirittura negativa. Il grafico (fonte: Rivaluta) ne traccia molto bene la dinamica nel tempo a partire dal 1° gennaio 1975 fino al dicembre scorso.

Allora, quando conviene comprare i Buoni?

Dunque, al quesito perché oggi i Buoni fruttiferi postali non offrono interessi come quelli di 30 anni fa, può dirsi che oggi i tempi sono cambiati. Non solo, ma detta anche in termini più generali non bisogna mai affezionarsi ad uno strumento finanziario per sempre. Il fatto che un X prodotto sia stato redditizio 30 anni fa, non vuol dire che lo sia anche adesso, semplicemente perché nel frattempo è cambiato il contesto di riferimento.

Il cliente affezionato alla soluzione Buoni postali potrebbe allora chiedersi: come capire quando conviene parcheggiare i propri soldi in tali strumenti? In estrema sintesi vale questa legge dei mercati: quando i tassi d’interesse ufficiali e l’inflazione sono alti (rispetto ai loro valori standard), allora scatta la convenienza.

Non solo, ma conviene acquistarli e tenerli anche a lungo e lunghissimo termine, specialmente poi se nel frattempo l’inflazione e i tassi ritornano a scendere nuovamente.

Perché oggi i Buoni fruttiferi postali non offrono interessi come quelli di 30 anni fa?

In questi casi, infatti, ci si garantisce un tasso d’interesse reale nettamente superiore al (futuro) costo della vita. Andando in questo modo a generare ricchezza vera. Mentre quando l’inflazione e i tassi sono bassi (come nei tempi attuali) allora non convengono. Semplicemente perché, laddove dovessero ritornare a salire l’uno e/o l’altro, poi si resterebbe con il cerino in mano.

Tra gli anni Ottanta e Novanta, quando l’inflazione era al 10epassa per cento, i Buoni fruttiferi postali convenivano tanto, eccome. Specie per chi li ha tenuti per lungo tempo: si è garantito un investimento eccellente, sicuro, vincente. Oggi, però, tutto questo è solo un lontano ricordo.

Questo non vuol dire affatto che essi non vanno comprati. Semplicemente stiamo dicendo che attualmente non è possibile ripetere i successi e gli incassi del passato. Tutto qui. Al Lettore, come sempre, l’onore e l’onere di decidere se e come valorizzare al meglio i propri sudati risparmi.

Abbiamo dunque risposto al quesito perché oggi i Buoni fruttiferi postali non offrono interessi come quelli di 30 anni fa. Infine, nell’articolo di cui qui il link, illustriamo una panoramica completa dei tassi d’interesse in essere sui Buoni in questo primo scorcio di 2021.

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