Perché non possiamo imitare Israele

Israele

Il merito dell’assertività. A studiare una cultura, un popolo (ricco di popolazioni), un metodo e una policy non si può che sintetizzare con la parola assertività. Israele ha agito così. Con il Covid è riuscita a tenere duro e contrastare il virus itinerante. Al punto che l’Occidente guarda attonito ai risultati raggiunti.

Ma come ha fatto?

Innanzitutto, ha accettato la sfida. Ha ovviato quindi al problema delle dosi. Pfizer cercava una Paese piccolo su cui iniziare in modo circoscritto le prime somministrazioni e Israele ha risposto. Con fiducia piena.

Per capire “perché non possiamo imitare Israele” basta pensare che noi, in Italia, forse non avremmo avuto la stessa vision. Vogliamo conoscere tutto in modo empirico. Prima della somministrazione, durante e dopo.

Perché abbiamo il diritto-pretesa di non avere remore e ancor di più avvertire il benché minimo sintomo. Un modo di essere. Controllori di ciò che è scientificamente controllato. Nonché del nostro corpo e di noi stessi.

Strategia e pianificazione a monte

Il Paese del vicino Oriente, che è una Repubblica parlamentare, con lingua ufficiale ebraica ma diffusissimo anche l’arabo, l’inglese e il russo, ha una storia e un presente che giustifica l’agire. Per capire “perché non possiamo imitare Israele” basta osservare le decisioni messe in atto.

Strategia e pianificazione minuziosa quando le dosi di vaccino ancora non c’erano. Pochi lo avrebbero fatto visto il sistema sanitario allo stremo.

Somministrazioni di massa

Arrivato il siero, il Paese che adesso ha ritrovato fiducia e slancio, ha semplicemente applicato la griglia. 130mila somministrazioni al giorno. Medici impegnati a vaccinare sempre durante le 24 ore della giornata in ogni angolo del Paese. Pazienti entusiasti e fiduciosi. Presenti all’appello.

La strategia è risultata vincente. Il virus c’è ma sgomita per riprodursi. Il 50% dei contagiati in Israele è rappresentato da bambini, che sono gli unici a non aver ricevuto il vaccino.

Liberi tutti?

In qualche modo si. In Israele s’intende. Ma con mascherina, distanziamento e rigore. Anche qui grande senso civico. Conoscenza e responsabilità. Fiducia nella scienza. Si vax, diremmo in Italia, e avanti.

In Italia potremmo importare la strategia israelita?

Probabilmente no. E i motivi sono strutturali. Ecco “perché non possiamo imitare Israele”.

Innanzitutto non abbiamo le quantità di siero necessarie quindi la pianificazione impone un’organizzazione differente in base alle quantità di cui disponiamo. Più realistico per noi guardare all’Inghilterra. Che però sa anche essere rigida quanto basta.

Basti pensare che chi esce dal Paese senza un valido motivo deve sborsare una sanzione di 5.000 sterline. Però come per gli inglesi abbiamo puntato a somministrare la prima dose a più persone possibili. E tra le categorie già vaccinate, i risultati in termini di contagi sono in netta diminuzione.

Consigliati per te