Perchè l’inflazione transitoria o strutturale è un fattore di importanza secondaria per chi investe in azionario

inflazione

L’inflazione è uno dei maggiori indicatori che assieme a quello del mercato del lavoro (disoccupazione) dovrebbero influenzare le decisioni della Federal Reserve (FED). Nonostante l’inflazione sia presente ormai da diversi mesi sopra le soglie di attenzione del 2%, i maggiori banchieri centrali sono stati finora esitanti ad invertire le politiche monetarie espansive. La maggiore motivazione per questo comportamento è stata il fatto che l’inflazione fosse di natura transitoria.

Ora molti si sono giustamente domandati, quanto può durare un fenomeno per poter continuare ad essere definito transitorio? Qui nessun banchiere centrale ha finora dato una risposta. Per cui la risposta ce la siamo data da noi. Secondo una nostra ipotesi, per transitorio si intende il tempo necessario da qui al prossimo evento avverso, che in epoca di pandemia, non è tardato ad arrivare. Ecco qui la quarta ondata con tanto di variante, anche questa volta proveniente da un Paese esotico, dove tutti preferiremmo esportare noi stessi per una bella vacanza, anziché importare una nuova variante del famigerato virus invisibile.

Quindi il discutere sulla durata della transitorietà, sembra essere di importanza relativa. Discutiamo allora di inflazione, ma…è realmente importante in questo momento discutere di inflazione?

Si e no.

Perchè l’inflazione transitoria o strutturale è un fattore di importanza secondaria per chi investe in azionario?

Nel senso che entro certi limiti l’inflazione è anche utile. Inoltre abbiamo spiegato in questo articolo che chi investe in beni reali o con sottostante reale (come ad esempio immobiliare o azionario o metalli e commodities in genere), ha una naturale protezione all’inflazione a causa della dinamica dei prezzi al rialzo che spingono al rialzo anche i valori dei beni reali.

C’è però un altro fattore che è molto più importante per i mercati e per l’economia reale.

Questo è la politica monetaria. Fintanto che la politica monetaria rimane espansiva o iper-espansiva, i mercati festeggiano e continuano a salire. Riteniamo che sia principalmente per questo motivo che i maggiori banchieri centrali, siano titubanti a ridurre le attuali politiche monetarie espansive.

Quindi l’inflazione per i mercati è importante se e nella misura in cui essa influenza le politiche monetarie delle Banche centrali.

Negli ultimi mesi, inflazione e politiche monetarie sembrano essere diventate de-correlate. Questo significa che nonostante un’inflazione attesa del 6%, alcuni banchieri centrali accennano ad un timido annuncio di riduzione, in date non precisate, nel futuro, mentre altri non sembrano preoccuparsene più di tanto e tirano dritto a stampare moneta.

Perchè l’inflazione transitoria o strutturale è un fattore di importanza secondaria per chi investe in azionario

Con un occhio un po’ più critico e guardando ad un orizzonte temporale pluriennale ed al cambiamento in corso dell’attuale modello economico dominante (di cui abbiamo discusso negli articoli del 2,3 e 5 novembre 2021), le mosse dei maggiori banchieri centrali già da diversi anni sembrano andare nella direzione della Teoria Monetaria Moderna (MMT) di cui avevamo parlato in questo articolo. Grazie all’emergenza Covid, tale direzione è diventata ancora di più marcata.

Con questo non possiamo concludere che necessariamente sia stato già deciso di intraprendere la MMT, (ma non lo possiamo neppure escludere). Una cosa è certa, il comportamento dei maggiori banchieri centrali va in una direzione molto compatibile, se non addirittura favorevole a preparare il terreno alla MMT. Ciò detto, ci teniamo a sottolineare che la nostra non è una critica ma una semplice constatazione dei fatti.

Le maggiori banche centrali, inflazione o meno, continuano a tenere una politica monetaria espansiva.

Come sempre saranno il tempo e la storia a confermare o meno questa previsione.

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