Perché l’Europa non vuole concedere all’Italia i coronabond?

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La questione non è facilmente liquidabile, né spiegabile in poche parole. Al contrario, richiederebbe un discorso molto lungo. E ha le sue radici nei rapporti geopolitici sia da prima che finisse l’ultimo conflitto mondiale, che da dopo. Ma la domanda rimane. Perché l’Europa non vuole concedere all’Italia i coronabond? Cioè un debito condiviso da tutti?

La domanda, posta così, è troppo semplicistica. E risente del “bias di appartenenza”. Vale a dire che, da italiani, giudichiamo negativamente qualsiasi cosa non sia fatta a nostro favore. Lo stesso bias, ve lo assicuriamo, lo hanno anche nelle altre nazioni. Bisogna chiedersi altro.

Perché, in una situazione come questa, l’Europa non emette un debito condiviso da tutti per far fronte alle difficoltà?

Ecco, questa è più corretta. La risposta, purtroppo, è altrettanto complessa e potrebbe non piacerci. Se l’Europa non compie un passo comune, se tutte le nazioni non verso la stessa direzione, che ci sta a fare un’istituzione come l’Unione Europea? La domanda è certamente lecita. L’ovvia risposta è che l’Europa dovrebbe fare proprio questo. Ma allora, se è ovvio, perché non lo fa? Perché ci sono delle resistenze? Perché vi sono delle visioni diverse verso un problema che l’uomo della strada italiano, francese, spagnolo, tedesco, vedono chiaramente nella stessa maniera? Beh, i governanti raramente vedono le cose come le persone “normali”.

Anzi, quasi mai.

L’Europa attuale è figlia di ciò che è rimasto delle macerie della Seconda Guerra Mondiale. Gli Alleati avevano vinto, la Germania nazista aveva perso. L’Europa era stata per metà conquistata dall’Armata Rossa, e per l’altra metà era stata occupata dalle forze americane, spalleggiate da britannici e francesi. Si capì facilmente che, dopo due conflitti mondiali a distanza di soli 20 anni, con decine di milioni di morti, bisognava fare qualcosa perché la pace fosse, finalmente, duratura, bisognava fare qualcosa perché nazioni che si combattevano da secoli la smettessero.

Possibilmente per sempre. Le nazioni presero a parlarsi, invece di spararsi. Nel 1957, a Roma, sei nazioni, Italia, Francia, Germania, Belgio, Olanda e Lussemburgo, firmarono il trattato che istituiva la Comunità Economica Europea, la CEE. In pratica, ciò che ha preceduto l’Unione Europea attuale. Finalmente antichi nemici non solo si parlavano, ma sedevano dalla stessa parte del tavolo, uniti da interessi comuni di sviluppo e benessere.

Perché l’Europa non vuole concedere all’Italia i coronabond?

Se siamo tutti dalla stessa parte, se abbiamo interessi in comune, perché esitare? Facciamo un veloce salto in avanti. Nel 1992 viene firmato il trattato di Maastricht, che istituisce il cambiamento da CEE a UE. Vengono poste le basi per un’unione più stretta, che partirà da una valuta comune, l’euro. Che nel 1999 viene iniziato ad essere usato per gli scambi commerciali attraverso l’Unione (nel frattempo allargatasi a molte altre nazioni europee, soprattutto dopo il crollo dell’Unione Sovietica), e nel 2002 viene iniziato ad essere usato anche dalla popolazione.

Marco tedesco

In pratica, con l’utilizzo dell’euro, l’Europa decide di prendere il marco tedesco, la valuta più forte e più sicura d’Europa, dargli un altro nome, farsi proteggere dall’inflazione (che era molto più alta, all’epoca), e consentire alla Germania riunificata di ricostruirsi. Perché, e questo l’avevano capito tutti, una Germania riunita è sì più forte, ma non crea problemi, adesso che la sua valuta era la valuta di tutti e che tutti sedevano dalla stessa parte.

Nel frattempo, però, le altre unioni necessarie a far funzionare bene l’Europa non sono state fatte. Niente unione bancaria (almeno fino alle crisi del 2011-2012) e niente unione fiscale (tasse in comune). Questi fatti hanno portato a profonde differenze in seno all’Unione Europea, con nazioni che hanno tenuto i propri conti più in ordine, ed altre che sono state più lassiste, è inutile nasconderlo. Ecco quindi che la domanda si ripropone per l’ennesima volta.

Perché, l’Europa non emette un debito condiviso da tutti per far fronte alle difficoltà?

Perché le nazioni più “rette” giudicano che quelle meno “responsabili” non abbiano fatto tutti gli sforzi per tenere i conti in ordine. E, prima di concedere un debito comune (che sarebbe in pratica garantito dalla forza della sola Germania) vogliono che le nazioni meno responsabili mettano a posto i conti pubblici. Ma in un momento critico come questo, con le fabbriche ed i servizi praticamente quasi tutti chiusi per il lockdown, la cosa appare non solo difficile, ma impossibile. Quindi, sembra un gatto che si morde la coda. Ecco perché sta succedendo quello che sta succedendo, in Europa.

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