Perchè l’economia americana continua a correre mentre quella europea va al rallentatore?

inflazione

Nelle ultime ore il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha letteralmente infiammato l’entusiasmo dei mercati. Il tutto grazie ad ulteriori implementazioni sul già vastissimo piano di aiuti e sostegni all’economia a stelle e strisce. A questo si aggiungano anche le parole dei rappresentanti della Federal Reserve, e nello specifico il presidente della Fed di New York, John Williams, secondo i quali il PIL di Washington potrebbe toccare il 7%.

Un trend durante il quale, ha tenuto a precisare l’esponente della Banca centrale USA, gli stimoli in atto non verranno ritirati. Insomma un mix che conferma non solo lo stato di buona, se non ottima, salute, della prima potenza al mondo. Ma che, allo stesso tempo, fa intuire come all’orizzonte ci siano prospettive anche più rosee delle attuali. Ma perchè l’economia americana continua a correre mentre quella europea va al rallentatore?

La situazione in Europa

Indubbiamente una prima risposta è sui consumi. Forti e consistenti in USA in vista anche di una ripresa, ampi anche in Europa ma in maniera più oculata. Inoltre, dall’altra parte dell’oceano, non spaventa una possibile fiammata dell’inflazione che, sebbene potenzialmente oltre il 2%, può essere gestita senza problemi dalla FED. Per quanto riguarda il Vecchio Continente la situazione è leggermente più complessa. In realtà le misure di sostegno all’economia decise da Bruxelles ci sono e sono anche corpose. Ma la macchina creata dall’UE e che prevede la necessità di una ratifica da parte di tutti gli Stati membri potrebbe creare più di un rallentamento. Ma questo è solo uno dei tanti aspetti da valutare.

Perchè l’economia americana continua a correre mentre quella europea va al rallentatore?

Un’analisi interessante è quella elaborata da Pictet Asset Management che analizza la situazione proprio nell’ottica dei piani di stimolo. E dei rischi conseguenti Per la precisione la differenza tra USA e UE sarebbe proprio nel possibile errore di policy.

Infatti l’estrema tolleranza di Washington nel prolungare ed ampliare le misure potrebbe creare un rischio inflattivo sui mercati e conseguenze sia sull’economia che sul mercato obbligazionario. Invece la gestione dell’UE sembra essere organizzata in senso opposto con il rischio di uno stop anticipato dei sostegni. NOn per nulla nelle ultime riunioni della BCE si è registrato un ritorno dei falchi del Nord Europa. Anche per questo motivo lo scenario previsto da Pictet si basa sul classico andamento a V, trainato da USA e Cina.

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