Perché le famiglie italiane sono spaventate e non investono più?

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Perché le famiglie italiane sono spaventate e non investono più?

Ormai è un dato di fatto, certificato da una recentissima ricerca di Prometeia e IPSOS. Più del 50% delle famiglie italiane, indipendentemente dall’ampiezza del patrimonio, preferisce la liquidità, anche se deve rinunciare a guadagnarci sopra. La crescita dei risparmi è stata di 300 miliardi di denaro sui conti correnti dal 2009 ad oggi, di cui 100 miliardi di euro negli ultimi 3 anni. E gli italiani lo fanno anche se sanno che dai conti correnti non si guadagna niente, appunto, anzi… si perde pure qualcosa. Ma anche se l’eccesso di liquidità, a lungo andare, è un errore strategico (l’inflazione mangia i risparmi… sveglia!), in Italia (ma anche in Europa) “cash is king” (il denaro è re), come dice il popolare detto.

Il rapporto Prometeia

Il rapporto di Prometeia e IPSOS, denominato Wealth Insights, illumina profondamente le attuali scelte delle famiglie italiane. E’ stato effettuato dall’11 al 18 marzo scorsi su un campione rappresentativo di famiglie con più di 25mila € di patrimonio finanziario. Come detto, più del 50% delle famiglie italiane, indipendentemente dall’ampiezza del patrimonio, preferisce la liquidità, anche se deve rinunciare a guadagnarci sopra.

CIò equivale a dire che più della metà degli investitori privati non ha nessun intenzione di prendersi alcun rischio. Anche se deve rinunciare a veder remunerati i propri soldi. E la cosa è ancora più marcata, forse con qualche sorpresa per chi non è addentro a queste questioni, se si prendono in considerazione le persone più abbienti. I possessori di più di 100.000 euro di patrimonio, infatti, e che non hanno intenzione di investire i propri soldi, sono il 50% in più di un anno fa. I benestanti hanno più paura di investire di altre categorie. Strano, vero? Ma perché le famiglie italiane sono spaventate e non investono più?

Perché le famiglie italiane sono spaventate e non investono più?

Le motivazioni sono e possono essere tante. Per comodità, ne riportiamo qualcuna, avendo l’accortezza di ricordare che non possono essere in alcun modo esaustive.

La paura indotta dalla pandemia di coronavirus e dal conseguente lockdown. Chi, in un momento del genere, vorrebbe liberarsi dei propri soldi? Mentre fuori la gente muore? Mentre i media, sempre assetati di cattive notizie per tenere la gente attaccata a Tv e giornali, non fanno altro che bombardarci con dati di morti e ricoverati in terapia intensiva? Ci vorrebbe un bel coraggio che, infatti, non c’è. E, date le premesse, non solo non viene cercato, ma si fa di tutto per sopprimerlo.

La mancanza di cultura e di educazione finanziaria in Italia. Il Bel Paese è costantemente agli ultimi posti in Europa per quanto sopra. Peggio di noi solo greci, rumeni e bulgari. Non una posizione edificante, vero? Ma purtroppo è così. Ed è così da molto, troppo tempo. E, nonostanti lodevoli iniziative come il Comitato per la programmazione e il coordinamento delle attività di educazione finanziaria, ci vorranno generazioni prima che le cose cambino.

Se cambieranno…

L’atavica predisposizione al risparmio di un popolo a cui non è stato insegnato che la ricchezza non si genera solo con la retribuzione del lavoro, ma anche mettendo a frutto i propri risparmi, investendoli. E che, infatti, non è un caso, non solo li investe poco sui mercati azionari, ma è anche una Nazione che investe poco in previdenza. Che sia individuale o familiare, le famiglie italiane sono molto poco assicurate, ricorda la ricerca, e questo spiega, ancora di più, l’accumulo di liquidità.

I violenti su e giù dei mercati di questi ultimi due mesi. Amplificati a dismisura dai media nei momenti negativi, con i roboanti e gridati “bruciati oggi in Borsa millemila miliardi!!”, e sottaciuti quando si recupera. E’ di ogni evidenza che nella mente del cittadino comune si instauri un elemento di timore e paura che non giova all’impiego dei propri risparmi nell’unico strumento che possa offrirgli una possibilità di guadagno. Poi è  irrazionale, ma la paura fa questo effetto. E, mescolata alla non conoscenza di cui si parlava prima, è un potente consigliere negativo.

Ci sono altri motivi, naturalmente, ma il quadro è chiaro. Le famiglie italiane hanno paura ad investire, e non si vede un’inversione di tendenza. E’ un peccato, perché ci sono occasioni e possibilità per ogni patrimonio e per ogni profilo di rischio sui mercati. Basta solo fare la fatica di capirlo.

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