Perché investire non è più di moda come una volta?

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Si fa presto a dire investire, ma poi bisogna farlo. Perché investire significa, in poche parole, separarsi dai propri soldi, spesso dai propri risparmi, e metterli nel posto più terribile ed imprevedibile del mondo, cioè i mercati. Questo nella speranza che noi, se facciamo da soli, o il nostro consulente, se ci serviamo da lui, non sbagli. Forse è questa pericolosità, di cui i più non sono consapevoli all’inizio, ad aver reso meno appetibile lo scegliere i mercati per guadagnare un reddito extra? Perché investire non è più di moda come una volta?

In realtà la risposta è molto più complessa, ma un dato è certo. L’attenzione dei risparmiatori per il mondo degli investimenti non è più come quella di una volta. Forse è colpa della non certezza del ritorno economico, soprattutto nel breve termine, ma quella c’è sempre stata. Forse è colpa dei rendimenti ormai risibili dei titoli di Stato, ex prodotto graditissimo dagli investitori nostrani, ma oggi assolutamente fuori dai radar del pubblico indistinto rispetto al passato. In effetti gli ex-BOT people erano abituati, negli anni ’80 e ’90 dello scorso secolo, a rendimenti a due cifre. Che poi fossero in termini reali negativi perché l’inflazione era superiore, a chi importava? Tanto cosa sia l’inflazione lo sa solo 1/4 dei risparmiatori. Gli altri pensano di guadagnare parecchio. E la brutta sorpresa è solo alla fine.

Molto più probabilmente ci sono altre cause. Una in particolare, caratteristica della nostra epoca. Che vedremo tra pochissimo.

Perché investire non è più di moda come una volta?

La causa principale del perché investire non è più di moda come una volta è probabilmente una sola, una parola di cinque semplici lettere. Cioè la paura. Vi siete guardati intorno? Avete letto i giornali o guardato la TV? Il mondo sembra finire un giorno sì e l’altro pure. E se prima dell’emergenza sanitaria i media faticavano a dare notizie decisamente negative, oggi c’è la pandemia. La panacea di ogni male per l’informazione, che può terrorizzarvi beatamente con cifre, cifrette, interviste, approfondimenti, collegamenti ed altre amenità. In realtà una vera e propria decadenza informativa a livelli bassissimi.

Tutto questo ha come risultato che la gente risparmia, e non investe. Risparmia e non spende, oltretutto. Sui conti correnti degli italiani ci sono ormai 1.682 miliardi. Abbiamo affrontato quello che questo fatto comporta in dettaglio in questo articolo. Qui aggiungiamo solo che il risultato di questo risparmio ossessivo, motivato quasi esclusivamente dalla paura del presente e del futuro, è che ci si sta sempre più disinteressando non solo dell’economia, ma anche della finanza. E se gli investitori istituzionali ancora esistono ed operano come sempre, è il pubblico indistinto che sta scomparendo. Quel pubblico i cui investimenti sono sempre meno. Investimenti che facevano girare l’economia e che, con pazienza, garantivano un necessario, spesso indispensabile, reddito in più.

Invece oggi si soldi sono fermi sui conti correnti. A marcire ed essere mangiati dall’inflazione, che in 20 anni si porta via il 33,24% del valore di un qualsiasi conto corrente. Brutta cosa la paura, vero? Ecco perché investire non è più di moda come una volta.

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