Perché i semi delle carte si chiamano così

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Quante volte ci sarà capitato di tenere in mano un mazzo di carte e vedere i tipici quattro semi delle carte da gioco più diffuse in Italia? Cuori, quadri, fiori e picche sono tra i simboli più riconoscibili e più comuni che possiamo incontrare nella nostra quotidianità, e non c’è casa che non conservi almeno un mazzo di carte, protagoniste di innumerevoli momenti di convivialità e divertimento. Ma perché i semi ritratti sulle carte sono proprio cuori, quadri, fiori e picche? Qual è la loro vera storia? Perché i semi delle carte si chiamano così?

Le carte internazionali sono le più diffuse in Europa

Le carte da gioco che ritraggono i famosi cuori, quadri, fiori e picche sono le carte francesi, anche dette internazionali. Si distinguono dalle varianti regionali, come ad esempio le napoletane, o le piacentine, che presentano altri semi. Le carte da gioco internazionali sono sicuramente le più diffuse in Europa. Ma non in tutti gli Stati in cui si utilizzano, i semi hanno lo stesso nome. Per esempio, in Inghilterra, quelli che noi chiamiamo ‘quadri’ vengono chiamati ‘diamanti’, quelle che noi chiamiamo ‘picche’ vengono chiamate ‘vanghe’, e i ‘fiori’ vengono chiamati ‘clave’.

Ma perché i semi delle carte si chiamano così?

Il mazzo rappresenta la società medievale

Le origini della simbologia del mazzo di carte si perdono nei secoli, ma le teorie più probabili sono che il mazzo di carte da gioco moderno sia nato nel Medioevo, e derivi dal mazzo di tarocchi, già ai tempi usato per la divinazione. Un mazzo di tarocchi semplificato si è poi trasformato nelle carte da gioco che conosciamo oggi.

Secondo alcuni studiosi, i semi delle carte si chiamano così perché ogni simbolo rappresentava una componente della società medievale. I cuori rappresentavano il clero, le picche rappresentavano la nobiltà, i quadri rappresentavano i mercanti, e i fiori rappresentavano i contadini.

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