Perché i medici di famiglia non visitano più a casa i malati di Covid

Covid

I medici di base non sono più tenuti a visitare i pazienti positivi al Covid. Il compito è demandato, da oggi, agli specialisti. Che però scarseggiano.

Si preparano giorni di grave disagio per chi ha contratto il coronavirus. Ma, contemporaneamente, di sollievo per tutti gli altri malati domiciliari, soprattutto gli anziani. Spieghiamo cosa sta succedendo con l’aiuto degli Esperti di Salute e Benessere di ProiezionidiBorsa.

Il Tar del Lazio dà ragione ai medici di base esasperati

Il Tribunale Amministrativo del Lazio (TAR) ha parzialmente accolto un ricorso proposto dal Sindacato dei Medici Italiani (SMI). La contesa era su una serie di provvedimenti e delibere della Regione Lazio riguardo l’emergenza Covid. I medici di medicina generale, precisa ora il TAR, risultano investiti di una funzione di assistenza domiciliare ai pazienti Covid del tutto impropria. Per legge essa dovrebbe spettare unicamente alle Unità Speciali di Continuità Assistenziale (USCA).

Perché i medici di famiglia non visitano più a casa i malati di Covid

Ma, allora, a chi dovrà rivolgersi chi accusa i sintomi, perché i medici di famiglia non visitano più a casa i malati di Covid?

Bisogna rivolgersi alle Unità Mobili USCA, rispondono i giudici. Sì, ma dove sono queste Unità? Le Unità Mobili istituite in Italia e previste sulla carta sarebbero 1.200, 1 ogni 50 mila abitanti.

Peccato che, quelle effettivamente operative, attualmente, sono solo 600, 1 ogni 100mila abitanti circa. È un’assistenza semplicemente ridicola, rispetto alle reali necessità del Paese.

Attualmente in una città come Roma c’erano unità mobili funzionanti con adesione volontaria dei medici di base. Stava andando bene, sono stati evitati più di 200 accessi al pronto soccorso. Ora la USCA romana, che aveva saputo creare un modello efficiente, basato sulla partecipazione dei dottori di famiglia, dovrà fermarsi e smontare tutto.

Le distrazioni pericolose

L’affidamento ai medici di medicina generale del compito di assistenza domiciliare ai malati Covid, – spiegano i giudici della Sezione III quater – risulta in contrasto con la normativa. Secondo i legislatori del TAR del Lazio, i medici verrebbero “pericolosamente distratti dal compito di prestare l’assistenza ordinaria. E ciò a tutto detrimento della concreta possibilità di assistere i pazienti non colpiti dalla pandemia, molti dei quali affetti da patologie anche gravi”. La Regione Lazio ha subito annunciato ricorso. L’assessore D’Amato denuncia il “rischio di un danno grave alla rete dell’assistenza territoriale nel contrasto alla pandemia”.

Intanto, per aumentare la confusione generale, è stata avviata la distribuzione dei test rapidi agli studi dei medici di base. Cosa succederà? Resteranno chiusi negli armadietti degli studi oppure verranno consegnati a chi he ha bisogno?

 

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