Perché grazie alle donne si fattura di più in azienda

i diritti delle donne sul lavoro

Proprio nel giorno dell’8 marzo è interessante andare a capire perché grazie alle donne si fattura di più in azienda.

È un classico tipico di questi giorni assistere a sequenze di convegni, manifestazioni, dibattiti incentrati sul tema della disparità di genere a 360°. Ad esempio il mercato del lavoro nazionale vede le donne ampiamente sottorappresentate in azienda, con tassi al 2019 del 48% contro una media UE del 60% (dati Eurostat). Divario che aumenta quando si considerano le posizioni manageriali. Sono poi in media meno retribuite o relegate a mansioni defilate, per non parlare dei casi estremi legati alle ‘discriminazioni’ per il loro essere mamme.

Perché grazie alle donne si fattura di più in azienda

Ma si tratta di disparità che costano care. Molti ragguardevoli studi dimostrano infatti che all’aumentare della presenza femminile in azienda, specie nei ruoli di vertice, si assiste a un aumento del fatturato. A titolo di esempio riportiamo uno stralcio del lavoro dell’ILO – International Labour Organization – del maggio 2019 condotto su un campione di 13.000 imprese su 70 diversi Paesi, da cui è emerso che per tre quarti delle intervistate la loro scelta di aprirsi alle quote rosa le ha ripagate in termini di maggiori profitti, saliti tra un minimo del 5% ed un massimo del 25%, e con la maggioranza di esse che ha indicato una crescita ricompresa nella parte alta della forchetta, ossia tra il 10 e il 15%.

Rosa è meglio

Ecco perché possiamo dire che ‘rosa è meglio’. Oltre a un innegabile senso di giustizia umana e sociale, a guadagnarci maggiormente è l’organizzazione aziendale che sposa tale filosofia. Uomini e donne posti ad es. al vertice della catena di comando aziendale sono il primo ingrediente vincente per il successo. A crescere, continua il citato rapporto ILO, è soprattutto il tasso di creatività e di innovatività. Ma la cosa più sorprendente è che secondo le stime dei nostri ricercatori è sufficiente una quota del 40% (e non già la parità assoluta) per ottenere tale effetto massimo.

Parità di genere

Ben venga allora ogni forma di sensibilizzazione dell’opinione pubblica sul tema della parità di genere e ogni forma di demolizione di certe convinzioni, come quella per cui la quantità di tempo trascorso in azienda è direttamente proporzionale alla produttività e all’efficienza. La mentalità dominante vorrebbe infatti persone dedite all’azienda H-24, (pessima) circostanza che vedrebbe appunto le donne penalizzate visto che di norma la gestione familiare ricade maggiormente su di esse. Magari una serie di politiche legislative attive al riguardo potrebbero coniugare le esigenze familiari ed aziendali e far quadrare il tutto. Ne guadagnerebbero doppiamente gli imprenditori, direttamente per il miglior clima di lavoro aziendale e indirettamente per il loro contributo alla riduzione della disoccupazione femminile.

Approfondimento

I diritti delle donne sul posto di lavoro

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