Perché gli Italiani non comprano più BPT?

BTP

Perché gli Italiani non comprano più BPT? Gli italiani hanno smesso di essere  il  “Bot people”?

I  rendimenti dei titoli di Stato italiani sono tra  i più alti d’Europa,  recuperano completamente al 100% l’eventuale tasso d’inflazione.

Eppure una parte del debito italiano non è  più nelle mani dei cittadini, come mai?

Anche il nuovissimo BPT Italia  con cedola ancorata all’inflazione oltre “premio fedeltà” è una obbligazione da  far tremare di paura i bund tedeschi con i suoi rendimenti in negativo, non resterà  inoptato.

Questa new entry dei titoli di Stato italiani, in confronto ai suoi fratelli delle UE, ha un rendimento di tutto rispetto.

Durata 5 anni.

Rendimento minimo garantito 1,40%.

Pagamento semestrale, oltre rivalutazione del capitale.

Premio fedeltà pari a  80 centesimi sul valore nominale a scadenza.

Rendimento lordo 1,56%.

Indicizzazione legata alla inflazione italiana indice  FOI ( senza i tabacchi).

Nessuna commissione  di acquisto.

Questo emissione sarà ovviamente captata in grossa parte da investitori istituzionali, anche  della Germania, i quali dopo aver preso le lucrose cedole,   continueranno a parlare male delle finanze del nostro paese.

Le numerose richieste da parte dei piccoli risparmiatori italiani su questa emissione è stata un successo per lo Stato italiano.

Perché gli Italiani non comprano più BPT?

Prima di rispondere a questa domanda è più facile rispondere a questa:

Perché gli italiani non comprano più i BOT?

Perché i rendimenti su base annuale sono negativi o rasentano lo zero percentuale.

Inoltre sul deposito titoli si devono pagare le imposte di bollo pari a 0,20% sul valore totale.

Verifichiamo un deposito di € 100.000,00, completamente investito in titoli di Stato italiani.

Anche con un rendimento eccellente del 1,40%  molte famiglie italiane non acquisteranno questa emissione.

Rendimento minimo del 1,40%  al netto imposta di natura finanziaria agevolata  al 12,50%, rendimento effettivo netto pari al 1,225% .

Sul deposito titoli di 100.000 avremo un rendimento effettivo su base annuale pari a € 1.225,00. Di conseguenza, su questo  si dovrà pagare l’imposta di bollo pari al 0,20% per € 200,00.

Questa imposta di bollo   non andrà a decurtare il valore del deposito ma sarà ovviamente pagata con  gli interessi che si ridurranno a € 1.025,00.

Questa cifra sarà ulteriormente ridotta da tutte le spese e oneri bancari inerenti alla tenuta del conto corrente e del dossier titoli, faranno diminuire  l’importo degli interessi sotto il punto percentuale.

Troppe tasse, troppi oneri bancari.

Quindi la risposta è la seguente, le famiglie italiane non acquistano più titoli di Stato, perché le spese e le imposte sono troppo alte ed incidono sostanzialmente sui rendimenti.

Le famiglie italiane sono quindi costrette a diversificare una notevole quota dei loro risparmi su altre tipologie d’investimento come: fondi   azionari,  obbligazionari paesi emergenti, nuove tecnologie, settoriali ecc., per avere maggiori rendimenti per compensare  bolli e spese bancarie.

Gli italiani ripongono sempre molta fiducia nei titoli governativi del nostro paese, e non sono minimamente  influenzati dal rating formulato delle grandi società di consulenza, ma sono molto attenti alle spese dirette e indirette sull’investimento.

Esentare dall’imposta di bollo solamente i titoli di Stato italiano  potrebbe  far iniziare  un circolo virtuoso per far riportare una grossa fetta del debito pubblico nazionale nella mani delle famiglie italiane.

Dopo questa analisi, mi sorge un dubbio, ma come fanno tedeschi a comprare Bund a rendimento negativo?

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