Perché gli investitori puntano su questo indice con un potenziale rialzista fino al 30%

La Cina può comprare il mondo

L’economia cinese si sta oramai affermando come la seconda potenza al mondo dopo gli Stati Uniti ed è in forte crescita. Anche le Borse stanno assumendo sempre maggiore importanza. Ecco perché gli investitori che guardano ai guadagni, puntano anche sui mercati azionari della Cina.

Borse cinesi contro

Chi decide di investire sui mercati azionari cinesi, si ritroverà a scegliere tra tre Borse, quella di Shanghai (SSE), quella di Shenzen (SZSE) e quella di Hong Kong, l’Hang Seng. Gli investitori preferiscono puntare sulla Borsa di Shanghai o su quella di Honk Hong.

Le performance dei due indici hanno avuto andamenti diversi negli ultimi anni. Se gli valutiamo in ottica di lungo periodo, negli ultimi 3 anni la Borsa di Hong Kong ha ceduto dell’8%, mentre l’indice di Shanghai ha guadagnato l’1%. Quindi dal 2017 le performance delle due Borse non sono state eccezionali.

Ma i dati cambiano se accorciamo l’ottica ad un anno. Negli ultimi 12 mesi l’indice Hang Seng ha perduto il 4% mentre lo Shanghai Composite è salito del 13%. Una performance interessante, tenuto conto che nel frattempo c’è stato il crollo dei mercati a causa del Covid. Emergenza per altro partita proprio dalla Cina.

Ecco perché gli investitori puntano su questo indice con un potenziale rialzista fino al 30%.

Perché gli investitori puntano su questo indice con un potenziale rialzista fino al 30%

L’indice Shanghai Composite è in trend rialzista dal 1991, quindi da quasi 30 anni. Il massimo lo ha realizzato a ottobre del 2007 a 6.124 punti. La crisi finanziaria americana, poi divenuta mondiale, che ne è seguita, ha fatto precipitare i prezzi in un anno a 1.660 punti. Dopo un nuovo balzo a 5.180 punti a metà del 2015, i prezzi sono tornati a scendere.

Oggi lo Shanghai Composite quota 3.385 punti, in forte recupero dai minimi di marzo. Ma la cosa interessante è che i prezzi sono a ridosso di una forte resistenza, che se superata gli spingerebbe in area 4.400/4.500 punti. La resistenza con cui i prezzi stanno lottando è quella che nel grafico è tratteggiata e passa per i massimi del dicembre 2015 e del mese di gennaio del 2018. A luglio l’indice ha tentato la violazione ma il tentativo è andato a vuoto.

Il superamento di questo ostacolo porterà le quotazioni in area 4.400/4.500 punti. Ovvero a contatto con la grande linea di resistenza che passa per i massimi dell’ottobre 2007 e del giugno 2015. Dai valori attuali sarebbe un apprezzamento tra il 25% e il 30%.

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