Perché gli analisti puntano ancora sui mercati asiatici? Quali sono i motivi?

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Investire in Asia è uno dei trend che ha caratterizzato molti portafogli ultimamente. Perché gli analisti puntano ancora sui mercati asiatici? Quali sono i motivi? In realtà, come sempre accade, per spiegare questa strategia di asset allocation, serve allargare la visuale. E non poco.

Perché gli analisti puntano ancora sui mercati asiatici?

Che si tratti di una generale fiducia nei mercati orientali, come quella confermata dagli analisti di Fidelity International, oppure più specificatamente della Cina, come sottolineato dagli esperti di Schroders, è indubbio che il Continente asiatico sia un vero e proprio asse portante per lo sviluppo dell’economia futura. Anche T. Rowe Price Group punta alla Cina.

Di qualche ora fa la notizia dell’apertura di un suo ufficio a Shanghai. Il che conferma come, da qualche tempo, l’Asia sia meta degli interessi degli esperti. Perché gli analisti puntano ancora sui mercati asiatici? Un primo punto a favore di quest’area è dato dalla variegata tipologia di economie. Non appiattite come quelle europee, le nazioni asiatiche hanno testimoniato nei decenni, una forte capacità di resilienza ed adattamento. Inoltre la popolazione giovane e la grande disponibilità di materia prima, sono tutti fattori che giocano a loro favore.

A questo si aggiunga anche il fatto che molte nazioni asiatiche rientrano nella più ampia classificazione di mercati emergenti. Senza dimenticare i due giganti, protagonisti anche di quella famosa stagione in cui i cosiddetti BRICS (Brasile, Russia, India, Cina e Sud America) andavano molto di moda.

L’asso vincente

Oggi, Cina e India, non possono certo essere definite potenze emergenti. Infatti hanno registrato un forte aumento degli investimenti esteri diretti già nel 2020, nonostante la pandemia. In particolare per il settore tecnologico. Un caso particolare, poi, è l’India. Nonostante il fortissimo impatto avuto con la pandemia, adesso la popolazione sembra aver sviluppato una sorta di immunità di gregge. Calo di nuovi contagi pur in assenza di campagne vaccinali di ampia portata. Il che può già far pensare ad una ripresa verticale dell’economia.

Ripresa che potrebbe aumentare l’interesse, ampio già da tempo, delle aziende statunitensi per il settore tecnologico indiano, asso vincente anche per la Cina. Con il Covid che decide le sorti di un mondo sempre più dipendente dalla tecnologia, il subcontinente indiano è al centro di una serie di favorevoli circostanze.

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