Quanti hanno difficoltà ad alzarsi dal letto? Di tanto in tanto, chiunque. Eppure, svegliarsi al momento giusto influisce positivamente sull’andamento di tutta la giornata.
Ma c’è poco da fare: quando suona la sveglia non vogliamo ascoltarla.
La “Snooze Button Syndrome”
I metodi per aggirarla sono i più disparati; su tutti, quello di ricorrere al tasto “snooze”: “posticipa”.
C’è chi imposta consapevolmente la sveglia mezz’ora prima, consolato dall’idea di poterla rimandare più volte prima di alzarsi.
Questo comportamento, a detta degli scienziati che studiano il sonno, è estremamente nocivo. Gli hanno addirittura dato un nome: “Snooze Button Syndrome”.
Tra le controindicazioni più importanti, c’è l’interruzione prematura della fase REM, ultima fondamentale parte del sonno.
Quindi, o si impara a svegliarci esattamente all’ora in cui si imposta la sveglia, o si fa a meno di impostarla.
Benché sembri assurdo, è la proprio la scienza a spiegare perché è meglio non mettere la sveglia.
Perché è meglio non mettere la sveglia: lasciamo fare all’orologio biologico
Lo psicologo Dan Ariely, professore alla Duke University e giornalista per il Wall Street Journal, predica l’importanza di dare regolarità al nostro corpo dormiente.
Il corpo sa quando è il momento di svegliarsi. Certo è che, per favorire il naturale decorrere del sonno, è bene seguire una routine. Di certo sarebbe bene andare a dormire presto.
Poi, ogni corpo ha i suoi bisogni. C’è che si sente ben riposato dormendo sei ore e chi non riesce a scendere sotto le otto.
In ogni caso, la cosa più importante è svegliarsi (più o meno) sempre alla stessa ora. Se consolidiamo la nostra routine del sonno, il nostro orologio biologico ci sveglierà senza bisogno di suoni fastidiosi.
Un trucco per aiutarlo è lasciare piccole fessure aperte tra le persiane, in modo da far entrare le prime luci dell’alba.
Il sole ci dirà che è ora di cominciare la giornata, senza bisogno di altri cinque minuti.