Perché durante le fasi di correzione dei mercati la fretta può essere una cattiva consigliera

mercati azionari

L’attuale correzione in corso sui mercati azionari, sembra aver toccato un bottom lo scorso 24 gennaio 2022. Ma si tratta di un minimo relativo o assoluto? Ora andiamo ad analizzaree studiare perché durante le fasi di correzione dei mercati si deve applicare una strategia efficiente.

Ad oggi i mercati sembrano essersi ripresi e quel minimo non è ancora stato violato al ribasso. Attenzione però, secondo l’analisi storico statistica qui sotto non possiamo essere sicuri che non venga nuovamente violato al ribasso.

Nella tabella qui sotto abbiamo infatti raggruppato i “tempi di reazione” dell’indice S&P 500 durante le maggiori correzioni dei mercati avvenute negli ultimi 22 anni, dalla crisi Dot.com alla correzione in corso in questi giorni.

In particolare abbiamo cercato di capire, dal giorno in cui il mercato segna il massimo prima di correggere, quanti giorni impiega prima di toccare il minimo assoluto?

I tempi di reazione si stanno accorciando

A prima vista la tabella qui sotto offre diverse informazioni.

Innanzitutto che le due crisi del 2000 e del 2008, hanno impiegato rispettivamente 924 e 511 giorni prima di toccare il minimo assoluto. Invece, i tempi nelle crisi successive sono diminuiti di molto, scendendo fino a 35 giorni nel caso della crisi Covid 19.

Chiaramente le crisi sono tutte diverse tra loro per causa, intensità ed evoluzione. Le prime due crisi qui elencate (Dot.com e Subprime), hanno anche visto correzioni più importanti rispetto alle successive, con l’indice S&P 500 che è arrivato a perdere fino al 50% dai massimi, prima di ricominciare a salire.

Oltre all’importanza della correzione, secondo noi, va anche evidenziato che i tempi di reazione del mercato si sono via via ridotti nel tempo anche per il tempestivo intervento delle Banche centrali dalla crisi Subprime in avanti. Dal 2008 infatti la massa monetaria in circolazione ha continuato ad aumentare, per poi esplodere ulteriormente con la crisi Covid 19.

 

grafico

In queste settimane, le Banche centrali, dopo oltre un decennio di espansione, stanno invertendo in modo graduale le loro politiche. Questo forse potrebbe incidere negativamente sui tempi di reazione del mercato. C’è però da notare che la massa monetaria in circolazione è ancora a livelli multipli rispetto al 2000 ed al 2008.

Perché durante le fasi di correzione dei mercati la fretta può essere una cattiva consigliera

Stando alla tabella qui sopra, il caso più veloce di approdo ai minimi è stato quello della crisi Covid 19 con 35 giorni. Seguito dalle due correzioni del 2018 con 56 ed 84 giorni.

La correzione attuale ha segnato un minimo relativo il 24 gennaio 2022, dopo soli 26 giorni dal massimo. Questo indica che da un punto di vista storico-statistico, la correzione in atto potrebbe ancora non aver toccato il minimo assoluto.

Inoltre, in base alla tabella qui in alto, si può anche concludere che per investitori con orizzonte temporale sufficientemente lungo (7-10 anni), non bisogna mai avere fretta di entrare durante una correzione. Storicamente bisogna attendere almeno un mese, a volte molto di più prima di segnare il minimo assoluto. 

Ed anche quando il minimo assoluto è stato segnato, ci sono comunque dei tempi di risalita che consentono ancora di entrare a sconto ma con il momentum a favore. Storicamente infatti la risalita dal minimo assoluto ai massimi pre-correzione è sempre più lenta rispetto al raggiungimento del minimo assoluto dall’inizio della correzione.

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