Per sopravvivere alla crisi: botteghe aperte ad agosto

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Le attività di vicinato hanno un compito arduo per sopravvivere alla crisi: botteghe aperte ad agosto. Niente ferie come anni addietro ma saracinesche alzate per fare cassa e sbarcare il lunario dopo l’epidemia del coronavirus. Pubblici esercizi, negozi e botteghe rinunciano alla chiusura estiva per oltre il 55% delle attività presenti sul territorio nazionale. Le imprese presenti nelle località turistiche sperano negli acquisti dei turisti per risollevare le proprie sorti. Per le imprese di quartiere delle città medie e grandi, purtroppo c’è poco da fare: i residenti abbandonano il luogo di residenza e i turisti scarseggiano. Lo stop per chi ha imprese nelle medie e grandi città è di 2 settimane. Swg per conto di Confesercenti ha esplorato un consistente campione di attività di vicinato in oltre 250 comuni d’Italia. Attività commerciali, artigianali, turistiche e pubblici esercizi hanno espresso il loro giudizio e le motivazioni che li spingono a rimanere aperti.

Le risposte degli intervistati

Le imprese hanno la saracinesca aperta per un motivo esclusivo: recuperare un po’ di liquidità dopo un anno difficile. La perdita media per i primi 6 mesi rispetto al 2019 si aggira sul 30%. Le note liete sono poche: il 6% ha registrato un aumento, mentre un 5% ha notato un livello di vendite invariato.

L’emergenza Covid – 19 ha messo in ginocchio

Analizzando la tenuta delle imprese a livello territoriale si registra una difficile situazione nel Nord Ovest con riduzione del fatturato in modo consistente. Le imprese hanno dichiarato un crollo delle vendite superiore alla media del 30%. E’ deluso chi si aspettava un luglio foriero di vendite. L’inversione di tendenza non c’è stata e l’andamento delle vendite è insoddisfacente. I titolari delle imprese presenti nelle Isole e al Sud hanno manifestato la massima insoddisfazione per i pessimi risultati raccolti nel primo mese dell’estate. La ripartenza al Sud è lenta.

Perché meno affari

Gli imprenditori hanno una idea molto chiara sul perché la performance è negativa. La colpa è delle restrizioni imposte dall’emergenza sanitaria. Subito dopo viene indicato il rallentamento dei consumi. Con questo clima molte imprese sono orientate a chiudere battenti: l’ultimo tentativo per sopravvivere alla crisi: botteghe aperte ad agosto. Gli imprenditori sperano che basti per ottenere soldi e soprattutto rappresenti una iniezione di  fiducia per il futuro.

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