Per rilanciare l’economia europea si pensa ad un nuovo piano Marshall

Economia europea

Per rilanciare l’economia europea si pensa ad  nuovo Piano Marshall. L’European Recovery Program, conosciuto come Piano Marshall, fu ideato all’indomani della fine della II° guerra mondiale per rilanciare l’economia europea. Fu annunciato in un discorso del segretario di Stato statunitense George Marshall, da qui il nome, all’Università di Harvard il 5 giugno 1947. Il piano statunitense per la ricostruzione dell’Europa dopo la seconda guerra mondiale consisteva in uno stanziamento di oltre 12 miliardi di dollari.

La classica politica monetaria non è più sufficiente a sostenere l’economia UE

Che la classica politica monetaria sia insufficiente in questa crisi e serva una manovra di forte impatto, sono in molti a sostenerlo. Molti si rendono conto che la politica monetaria in questa fase è una pallottola spuntata. Ecco perché ancora la BCE non si è mossa al di là delle dichiarazioni del suo Capo Christine Lagarde. La Banca Centra Europea sta pompando liquidità nel sistema da anni, dai tempi del discorso storico di Mario Draghi pronunciato nel 2012. Allora il presidente della BCE disse la frase, entrata nella storia: “Whatever in takes”, qualunque cosa sia necessaria per sostenere l’euro (e quindi l’economia europea). Questa crisi ha caratteri per essere diversa e va affrontata in modo diverso, è una crisi reale prima che finanziaria. La classica politica monetaria potrebbe non essere sufficiente proprio perché questa emergenza è di natura diversa.

Per rilanciare l’economia europea si pensa ad un nuovo Piano Marshall

Occorre un nuovo piano di stimoli fiscali simile al Piano Marshall. Non solo politici, ma anche giornalisti, studiosi, analisti, economisti di fama mondiale richiedono un intervento eccezionale per un evento eccezionale. Un grande piano keynesiano di rilancio dell’economia UE attraverso una politica di investimenti e stimoli fiscali. Analisti ed economisti concordano sul fatto che la crisi causata dal coronavirus colpisce l’economia più sul lato dell’offerta che su quello della domanda. Oggi sono interrotte le catene di produzione globale, sono chiuse le fabbriche.

Su questo la politica monetaria poco può fare. Le due grandi macroaree economiche, Usa e Cina, si stanno già muovendo in questa direzione. In Usa al taglio della Fed del costo del denaro, che sarà ridotto ancora di mezzo punto, l’amministrazione Trump varerà una manovra fiscale espansiva. In Cina ci si attende una gigantesca iniezione di liquidità per sostenere la ripresa e incentivi fiscali per la ripresa delle attività.

Cosa occorre fare per rilanciare l’economia nella UE

In Europa si naviga a vista, l’economia Ue, già debole prima della crisi, subirà uno shock tremendo. Occorre aumentare la spesa di bilancio che oggi è all’1% del Pil dell’eurozona, promuovere un nuovo Piano Marshall. Per combattere una emergenza occorre agire in  emergenza, con una manovra espansiva che sia coordinata e omogenea tra tutti i paesi UE. Per l’Europa è il momento di varare un piano investimenti di ampio respiro, andando anche in deroga ai vincoli di Maastricht, in particolare quel 3% di rapporto deficit/Pil. Occorre agire e agire in fretta, per trasformare una crisi (dal grego Krìsis, ovvero scelta, decisione), in una fantastica opportunità.

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