Per quanti anni il Fisco ti può controllare

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Fino a quanto tempo indietro vanno gli accertamenti fiscali retroattivi? Quali sono i dati di ciascun contribuente più esposti al rischio di controlli nel corso degli anni? Vediamo di seguito quanto tempo indietro il Fisco può andare a scovare dati e incongruenze circa la posizione fiscale dei vari risparmiatori.

Per quanto tempo il Fisco controlla i tuoi redditi

Hai commesso un errore nella presentazione della dichiarazione dei redditi, oppure, hai omesso la presentazione della dichiarazione senza ricevere segnalazioni. È trascorso più di un anno e pensi di poter stare sereno e di averla fatta franca con il Fisco. Tuttavia, è davvero possibile dormire sonni tranquilli credendo che l’Agenzia delle Entrate abbia commesso una svista e non si sia accorta di te? Per quanti anni il Fisco ti può controllare? In realtà, le preoccupazioni dei contribuenti non possono dirsi svanite se nell’immediato non hanno ricevuto segnalazioni dal Fisco.

Perché i contribuenti devono presentare la dichiarazione dei redditi?

Per quanti anni il Fisco ti può controllare? In linea generale, i controlli del Fisco mirano a stanare i possibili evasori fiscali o le operazioni di riciclaggio nel corso del tempo. Secondo quanto previsto dalla Legge n.111 del 15 luglio 2011, gli avvisi di accertamento dall’Agenzia delle Entrate diventano immediatamente esecutivi una volta emessi.

Seguendo questa filosofia, possiamo immaginare che: una omessa presentazione della dichiarazione dei redditi o una dichiarazione infedele, suscitino i sospetti dell’Agenzia delle Entrate al punto da infittire gli accertamenti. Per tale ragione, una premessa da fare riguarda l’obbligo di presentazione della dichiarazione dei redditi per la più parte dei contribuenti. Difatti, chi non presenta la dichiarazione con l’idea di evitare i controlli fiscali, si caccia in un guaio ben più grande: l’omessa dichiarazione è soggetta ad una sanzione amministrativa che diventa penale se l’evasione registrata supera una determinata somma annuale.

Quando scadono i termini per i controlli fiscali

Sebbene possano avere un valore retroattivo, i controlli fiscali hanno anche un termine di decadenza, scaduto il quale, i controlli non sono più legittimi. In generale, il numero di anni durante i quali i controlli del Fisco possono aver luogo varia da 5 a 7 per quanto concerne i dati relativi alla dichiarazione dei redditi.

Attenzione agli eventuali errori del Fisco

Quando si riceve una notifica, attenzione a non pagare più del dovuto. Le norme fiscali introdotte nel frattempo potrebbero non valere per la sanzione a voi notificata. Lo spieghiamo meglio qui.

Sebbene sia supportata da procedure piuttosto consolidate, l’Agenzia delle entrate potrebbe commettere degli errori negli accertamenti che andrebbero a scapito del contribuente. Se, ad esempio, la cartella di pagamento viene notificata in ritardo, è possibile che siano decaduti i termini per il pagamento della stessa.

Per l’anno 2020, le scadenze previste variano in base alla tipologia di cartella di pagamento e la loro eventuale impugnazione prevede a sua volta una scadenza secondo quanto segue:

  1. 30 giorni per cartelle di pagamento relative a multe;
  2. 40 giorni per cartelle di pagamento relative e contributi previdenziali e assistenziali;
  3. 60 giorni per cartelle di pagamento relative a imposte.

Questo è, in sintesi, il quadro relativo alla durata degli accertamenti fiscali.

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