Per proteggere l’eredità dai creditori di un figlio pieno di debiti ci sono queste 2 possibilità

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La morte di un genitore è un evento a dir poco traumatico. Come se non bastasse, una volta elaborato il lutto, inizia una lunga serie di passaggi burocratici. Tra questi, particolare rilevanza ha l’apertura della successione: gli eredi prendono quello che a loro spetta.

Il momento dell’assegnazione dell’eredità non è sempre privo di insidie. Gli eredi potrebbero scoprire di aver ricevuto dal genitore defunto un debito, di cui devono farsi carico. Altre volte, invece, è proprio uno degli eredi ad avere dei debiti. In questi casi, i suoi creditori potrebbero anche rivalersi sulla quota di eredità spettante ai coeredi. Per questo, bisognerebbe fare di tutto per proteggere l’eredità dai creditori, prima che sia troppo tardi.

Pensiamo, per esempio, al caso in cui due o più fratelli ereditano un immobile, ma uno dei fratelli ha maturato molti debiti con una banca. La banca potrebbe pignorare subito l’immobile ereditato, per poi rivenderlo all’asta e recuperare il suo credito (liquidando i coeredi con la quota che spetta loro). In più, la vendita forzata tramite asta tende sempre a svalutare il valore reale del bene.

Vediamo, allora, 2 delle possibilità per scongiurare questa spiacevole eventualità.

Per proteggere l’eredità dai creditori di un figlio pieno di debiti ci sono queste 2 possibilità

Per evitare che i creditori di un figlio debitore si rifacciano sul patrimonio, lasciato in eredità dal padre defunto, è necessario agire per tempo. In poche parole, il genitore deve provvedere a scongiurare l’eventualità prima di morire.

Per farlo ha 2 possibilità su tutte. La prima è quella della donazione in vita. Attraverso una serie di donazioni, il genitore potrà dividere il suo patrimonio prima dell’apertura della successione. È chiaro che, in questo modo, il genitore metterà in salvo soltanto gli eredi senza debiti e non l’erede debitore. I beni di quest’ultimo verranno, comunque, pignorati.

Il secondo modo, per preservare l’integrità del patrimonio dall’avvento dei creditori, è la rinuncia all’eredità. Questa eventualità prevede che l’erede debitore rinunci alla sua quota ereditaria, che andrà ad accrescere le quote spettanti ai coeredi.

In alternativa, l’erede debitore potrebbe anche scegliere di trasmettere la quota di eredità ai suoi figli, che diventerebbero così eredi diretti. In quest’ultimo caso, se i figli sono minorenni, l’erede che ha rinunciato avrebbe comunque l’usufrutto legale sui beni ereditati dai figli.

Il punto debole della rinuncia all’eredità è che i creditori potrebbero rispondere, entro 5 anni, con l’azione revocatoria, atta a invalidare la rinuncia stessa.

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