Per l’Immacolata la prima padellata dei turdilli calabresi, gli gnocchi dolci dai semplici ingredienti che si perdono nella notte dei tempi

dolci calabresi

Farina, miele e vino sono gli ingredienti sempre presenti in questa preparazione cosentina, tipica delle festività natalizie. Poi, come accade spesso, in ogni famiglia c’è una variante alla ricetta.

Con o senza lievito, con o senza zucchero, con o senza uova, col mosto o con il vino cotto o moscato, o anche con liquore all’anice. Tante e tali sono, infatti, le variabili possibili. La ricetta originale richiederebbe il miele di fichi, ma in alternativa si può anche usare il miele di zagara o di castagno.

Una cosa è certa. Come recita il detto: “per l’Immacolata la prima padellata”  dei turdilli calabresi, gli gnocchi dai semplici ingredienti che si perdono nella notte dei tempi.

Origine antica

La loro origine risale al tempo in cui si celebrava il solstizio d’inverno. Con semplicità, nella cultura contadina, si festeggiava il giorno più corto dell’anno. La celebrazione avveniva già nelle civiltà prescristiane, ancor prima dell’avvento dei Romani.

Passiamo a fare la spesa

Ingredienti:

a) 1 kg di farina;

b) 300 ml di miele di fichi o di zagara o castagno;

c) 250 ml di olio evo;

d) 200 ml di vino cotto o di vino dolce (moscato);

e) 200 ml di acqua;

f) la scorza grattugiata e il succo di due arance non trattate;

g) un cucchiaino di cannella in polvere;

h) tre chiodi di garofano macinati;

i) olio di semi per friggere.

Dunque, per l’Immacolata la prima padellata dei turdilli calabresi, gli gnocchi dolci dai semplici ingredienti che si perdono nella notte dei tempi.

Procedimento

In un pentolino riscaldiamo l’olio, il vino, l’acqua e il succo di arancia, fino a bollore.

Su una spianatoia, invece, mescoliamo la farina setacciata, unita alla scorza delle arance e alla cannella. Disponiamo a fontana gli ingredienti secchi prima mescolati, e cominciamo ad aggiungere lentamente la parte liquida tiepida del pentolino. Facciamolo lentamente, mentre continuiamo ad impastare. L’impasto dovrà risultare morbido, omogeneo e sodo, ma  lavorabile e non colloso. Se dovesse presentarsi troppo secco, aggiungiamo, in parti uguali, olio e vino.

Formiamo, con l’aiuto della farina, dei cordoncini spessi 3 cm e cominciamo a tagliarli ad ogni 5 cm. Facciamoli rotolare sul dorso di una forchetta, come si fa per preparare gli gnocchi, e in modo da formare l’incavo da un lato e delle strisce dall’altro.

Disponiamo di volta in volta i turdilli su una spianatoia infarinata.

Pronti per friggere i turdilli

In un tegame capiente e con fondo spesso, versiamo abbondante olio, e quando sarà caldo (con la prova di uno stecchino o di un pò d’impasto) versiamo i nostri turdilli. Facciamoli cuocere fino a che non saranno scuri. Con una schiumarola, li preleviamo e li disponiamo su carta assorbente. Ora li facciamo raffreddare.

A questo punto, scaldiamo, in una pentola capiente, il miele e vi immergiamo i turdilli. Disponiamoli a piramide su un vassoio bello e capiente e serviamoli il giorno a seguire.

Già per l’Immacolata la prima padellata dei turdilli calabresi, gli gnocchi dolci dai semplici ingredienti che si perdono nella notte dei tempi. Uno tira l’altro, ci accompagneranno per tutte le festività natalizie.

Infine, in quest’articolo, riportiamo la ricetta degli squisitissimi sporcamuss baresi.

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