Per le partite IVA forfettarie con obbligo selettivo della fatturazione elettronica ecco come e perché le novità fiscali sono davvero dietro l’angolo

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Per le piccole partite IVA in regime di flat tax l’esonero dall’obbligo della fatturazione elettronica potrebbe avere i giorni contati. Al più, i mesi contanti, in vista della conversione in legge del decreto PNRR del Governo italiano guidato dal presidente del Consiglio Mario Draghi.

Nella bozza del decreto PNRR, infatti, è stato definito per la fatturazione elettronica l’obbligo, seppur selettivo, pure a carico delle piccole partite IVA. Quelle che, nell’anno di imposta, pagano le tasse al 15% grazie proprio alla flat tax. Che è a titolo di imposta sostitutiva.

Vediamo allora cosa bolle in pentola al riguardo.

Per le partite IVA forfettarie con obbligo selettivo della fatturazione elettronica ecco come e perché le novità fiscali sono davvero dietro l’angolo

In particolare, la bozza del decreto PNRR del Governo Draghi prevede l’esonero dall’obbligo di fatturazione elettronica, fino al 2024. Non più fino alla soglia di ricavi o di compensi pari a 65.000 euro. Questo, però, vale solo per le micro partite IVA con un volume di ricavi o di compensi non superiore alla soglia dei 25.000 euro.

Nel dettaglio, per le partite IVA forfettarie con obbligo selettivo della fatturazione elettronica la novità al momento è stata fissata con decorrenza 1 luglio del 2022. Il che porterebbe i contribuenti in flat tax, con volumi d’affari sopra i 25.000 euro, a dover gestire per l’anno di imposta corrente una doppia fatturazione.

Ovverosia, quella elettronica obbligatoria dal prossimo 1 luglio 2022 e quella cartacea per i primi sei mesi del corrente anno. Il che porta a pensare, per evitare questo doppio binario, che in sede di conversione in legge del decreto PNRR la decorrenza dell’obbligo possa essere spostata. Dall’1 luglio del 2022 all’1 gennaio del 2023.

Quali sono i requisiti per rientrare nel regime fiscale della flat tax al 15%

Fino ad oggi, aspettando le novità sopra indicate, i titolari di partita IVA con volume d’affari non superiore ai 65.000 euro hanno potuto avvalersi sia dell’esonero dalla fatturazione elettronica, sia della tassazione agevolata al 15% come sopra accennato.

Ma per rientrare nella flat tax ci sono pure altri requisiti chiave da rispettare. Altrimenti la partita IVA dovrà necessariamente optare per il regime fiscale ordinario. In particolare, il contribuente in regime forfettario, sempre annualmente, non deve sostenere un costo del lavoro complessivo superiore ai 20.000 euro. Con il costo che include non solo eventuali dipendenti a carico, ma anche le collaborazioni, comprese quelle a progetto, e le prestazioni di lavoro occasionale accessorio.

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