Per Goldman Sachs il barile potrebbe tornare a toccare i 100 dollari nei prossimi anni

petrolio

Le previsioni che parlavano di volatilità, non solo per questa settimana, ma anche per quelle a venire, sembrano essere state rispettate. Oggi, infatti, sulla scia delle scadenze tecniche delle cosiddette 4 streghe, arrivano anche i ribassi. Le Banche centrali, l’ultima in agenda è la Bank of Japan con la riunione di oggi, hanno anche loro confermato quanto si sperava. La FED e la BCE si sono dimostrate ancora prudenti pur consapevoli di dover iniziare ad affrontare un processo, seppur graduale, di uscita dai piani di stimolo. Il secondo step, invece, saranno i tassi.

Tassi che, invece, sembrano anche essere il discriminante fra le varie politiche decise dagli istituti. Infatti la Gran Bretagna ha già deciso di alzare l’asticella mentre Christine Lagarde, numero uno della BCE, ha confermato che, per il prossimo anno, Francoforte ritiene “molto improbabile” una decisione orientata verso una stretta. Il tutto nonostante il pericolo di un’inflazione che rimarrà comunque oltre quanto previsto anche per il 2022.

Per Goldman Sachs il barile potrebbe tornare a toccare i 100 dollari nei prossimi anni

Sempre in rapporto all’inflazione, ad attirare l’attenzione, oggi, è anche un altro elemento: il petrolio. In queste ore il Wti registra un calo che lo ha portato poco sopra i 70,85 dollari. Parallelamente anche il Brent non se la passa bene con un prezzo che sfiora i 73 dollari. Stando alle previsioni,però, nonostante questa recente discesa che ha portato le quotazioni a scendere, per Goldman Sachs il barile potrebbe tornare a toccare i 100 dollari nei prossimi anni, già tra il 2022 e il 2023. Per la precisione la banca d’affari statunitense parla di quotazioni che potrebbero arrivare, se non superare, la barriera dei 100 dollari al barile. Dietro questa performance ci sarebbe anche la progressiva ripresa della domanda di petrolio, domanda che era già ampiamente assodata ben prima dell’arrivo della variante Omicron.

Ad ogni modo, come detto, i mercati hanno visto una mattinata caratterizzata dai ribassi, alcuni anche sensibili. Infatti qualche minuto prima delle 11, Piazza Affari perdeva lo 0,9%, insieme al Dax e al Cac 40 entrambi con un perdita intorno allo 0,6%. Solo il Ftse 100 di Londra aleggiava sulla parità. Misti, invece, i futures che da Wall Street, sempre nello stesso momento, segnavano un passivo per S&P 500 e Nasdaq, rispettivamente a -0,16% e -0,67% mentre il Dow saliva, seppur di poco, con un +0,08%. Ma guardando a Piazza Affari è bene sottolineare il caso del giorno e cioè il crollo di Diasorin. L’azienda farmaceutica, infatti, ha presentato un piano industriale che, a quanto pare, non è piaciuto agli operatori.

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