Pensioni: perché quota 100 sta crollando?

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Pensioni: perché quota 100 sta crollando? Attenzione: Quota 100 non piace più. Crollo verticale delle domande per la pensione anticipata. I dati del Ministero del Lavoro dicono che a giugno sono meno di 50.000 in tutto l’anno. Meno di un terzo del 2019. Le cause? Nessuno lo sa. Sarà stato il lockdown? Difficile, perché la domanda si può presentare anche online. Sarà che scade nel dicembre del 2021, ed ormai anche i sassi sanno che non verrà rinnovata? Forse, ma c’è ancora un anno e mezzo. E sembra davvero troppo tempo per ritenerla una motivazione adeguata. Anzi, la sua naturale scadenza dovrebbe imporre a fare in fretta a richiederla.

Sarà che la penalizzazione delle pensioni può arrivare anche al 15%? Forse. Ma visto che molti in Italia fanno due lavori, e che molti pensionati continuano a farne almeno uno, pare poco probabile. In realtà i dati rivelano che stanno perdendo appeal tutte le forme di pensionamento anticipato. Cioè anche Opzione Donna e l’APE Sociale. Le motivazioni, in realtà, sono da cercare da altre parti. Probabilmente la particolare situazione che stiamo vivendo, infatti, è la causa diretta ed indiretta del tutto. Perché? Perché il mercato del lavoro è drogato da CIG prolungata e da blocco dei licenziamenti. Quindi, perché andare in pensione adesso quando si è pagati per stare a casa? O mantenuti artificialmente al lavoro? Come minimo la domanda viene rinviata. Tanto c’è ancora un anno e mezzo…

Pensioni: perché quota 100 sta crollando?

Probabilmente sono proprio gli ammortizzatori sociali in atto che stanno rallentando la corsa verso Quota 100. Corsa che, ripetiamo, dovrebbe aumentare. E dovrebbe farlo proprio perché è una misura a tempo. Il nostro Ufficio Studi stima che a fine anno saremo a non più di 115.000 domande per Quota 100. Ne sono state previste 327.000. Appena più di un terzo. La buona notizia è il conseguente risparmio per le casse dello stato. Quantificabile in 3 miliardi di euro.

Attenzione ad esultare, però. Perché c’è già qualcuno che dovrà sedere ai tavoli negoziali in autunno (Confindustria), che mette le mani avanti. Infatti, se la situazione economica non dovesse migliorare, ed anche in fretta, le domande di prepensionamento aumenteranno. Perché non pensionarsi, infatti, se si rischia di essere licenziati e/o di non ricevere più la CIG? D’altronde l’Italia non può fallire, vero? E continuerà sicuramente a pagare le pensioni a tutti…

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